A Doha come in un derby: non c'è solo la Supercoppa in palio. Il patto d'onore ed i galloni del leader per sfumare sull'autolesionismo

19.12.2014 14:50 di Silver Mele Twitter:    vedi letture
A Doha come in un derby: non c'è solo la Supercoppa in palio. Il patto d'onore ed i galloni del leader per sfumare sull'autolesionismo

Un patto di ferro reso pubblico e confermato in tre giorni. De Laurentiis, Benitez, la squadra: uniti perché il momento lo impone e la sfida alla Juventus costituisce la grande occasione per rilanciarsi in quota. I sorrisi e le strette di mano di Villa D’Angelo, le parole di Rafa in perfetta scia al presidente hanno inteso far quadrato. Tutto il resto, le chiacchere, i mugugni, i rimpianti per qualche messaggio estivo mal veicolato, ne restino fuori. Se ovviamente il bene del Napoli ha valore supremo. Troppo remissivo, anzi rinunciatario come l’appesantito Cassano, il Parma per valutare la prestazione degli azzurri. La partita andava vinta e il successo agevole riconsegna il terzo posto parziale. La giusta maniera per arrivare a Doha, consapevoli di quanto sia forte l’avversario. 95 punti nell’anno solare per la Juve che non ha patito l’addio di Conte, record assoluto e +16 sul Napoli di Benitez che ha rallentato vistosamente in questa prima parte di campionato. La partita secca stuzzica tuttavia la piazza, l’avversione storica per il bianconero rende l’attesa frenetica, quasi fosse un derby. E nei derby, si sa, tutto può succedere, anche che le distanze della carta risultino poi più brevi sul campo.

Con gli occhi della tigre Hamsik, Lavezzi e Cavani resero vincente Mazzarri nella prima finale romana di Coppa Italia contro la Juventus imbattuta. A Pechino decisivo fu Mazzoleni, più ancora delle giocate dei campioni. Ci vorrà il Napoli cattivo, delle grandi occasioni, per contendere il trofeo ai campioni d’Italia. La squadra disposta al sacrificio che ha già firmato in passato imprese simili. Benitez, dopo averlo fatto a parole, consegnerà la guida del gruppo a Higuain: è il momento che il Pipita faccia fruttare la rabbia che dimostra, proponendosi leader carismatico. Che la foga delle giocate individuali lasci il posto ad una spiccata identità collettiva, proprio come Rafa avrà ricordato a Callejon dopo il Parma. L’autolesionismo dilagante si combatte così, rispondendo con il gruppo e provandoci fino in fondo. Il Natale in Qatar mette in palio non solo il trofeo ma anche quella dose di autostima che serve al Napoli per convincersi di valere davvero.