Attacco-difesa 3-3

Nella 12esima giornata della Serie A 2014-2015 il Napoli impatta 3-3 in casa col Cagliari, così come accaduto col Palermo (e con l’Udinese l’anno scorso). Disastro difesa.
24.11.2014 12:00 di  Vincenzo Perrella   vedi letture
Attacco-difesa 3-3
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

7 dicembre 2013: Napoli-Udinese dal 2-0 al 3-3 finale; 24 settembre 2014: Napoli-Palermo dal 2-0 al 3-3 finale; 23 novembre 2014: Napoli-Cagliari dal 2-0 al 3-3 finale. Ci sono delle sinistre attinenze tra i tre risultati sopra esposti. Nella gestione Benitez, già è capitata più volte l’incapacità di tenere vantaggio, anche doppio, fino a fine gara. Nelle gare dove il Napoli è superiore e le motivazioni cessano, quando va tutto troppo bene, la squadra perde contatto con la partita e con l’avversario. In questo modo, può succedere di tutto, anche di perdere. La fase difensiva va a farsi benedire e si subiscono gol da carneadi come Belotti del Palermo (da eroe al San Paolo a dimenticato in panchina nelle ultime gare) o Farias del Cagliari (croce dei suoi allenatori passati a Nocera, Foggia, Padova e Sassuolo).

Contro il Cagliari mancavano Insigne e Mertens. Ma queste due sfortunate situazioni hanno mostrato un aspetto positivo ed uno negativo: 1) De Guzman è stato all’altezza in una posizione non sua; 2) la rosa del Napoli non soddisfa per nulla Benitez. Il tecnico iberico, sul 3-3, ha lanciato nella mischia David Lopez al posto di Inler (autore del 2-0 provvisorio) e (udite, udite!) Britos al posto di De Guzman, spostando Ghoulam più in avanti. E Zapata? Non poteva essere lanciato al posto di uno spento Hamsik, al fianco di Higuain, con relativo cambio di modulo? Gli allenatori si vedono anche in queste cose. Ma del resto, come già Reja (in parte) e Mazzarri avevano dimostrato, gli allenatori quando allenano il Napoli, diventano conservatori: si vinca o si perda, le proprie idee di calcio non vanno mutate.  

Alla 12esima giornata, il Napoli è terzo con 22 punti, frutto di 6 vittorie (3 in casa e 3 fuori), 4 pareggi (2 in casa e 2 fuori) e 2 sconfitte (1 in casa e 1 fuori). Un andamento identico tra gare al San Paolo e in trasferta. Ottimo il Napoli quando viaggia, da rivedere quello tra le mura amiche. Ora la Juve capolista è a +9 sugli azzurri e la Roma seconda è a +6. Vediamo perché, prendendo in esame quattro avversari azzurri, non di primo piano: Chievo, Palermo, Atalanta e Cagliari. Il Napoli perde in casa col Chievo, mentre la Juventus vince 0-1 al Bentegodi e la Roma maramaldeggia per 3-0 in casa propria. Contro l’Atalanta, il Napoli fa 1-1 (rigore fallito al 90’ da Higuain), mentre Juventus e Roma vincono (anche se in maniera differente). Infine, con Cagliari e Palermo, il Napoli fa 3-3 al San Paolo, mentre la Roma batte i sardi per 2-0 (non ha ancora affrontato il Palermo) e la Juventus fa 2-0 coi siciliani (non ha ancora affrontato il Cagliari). Non dicono niente questi numeri?

A che serve battere Roma e Fiorentina e poi sprecare punti in casa contro squadre tecnicamente più deboli? Non basta il settimo gol di Higuain se Callejon incappa nell’ennesima gara senza squilli. E c’è un giocatore che ancora una volta tradisce: Marek Hamsik. Nel 4-2-3-1 sembra un pesce fuor d’acqua. Ma soprattutto, la fase difensiva azzurra, da Rafael all’ultimo degli attaccanti, è il vero oggetto misterioso di questa squadra: 15 gol subiti in 12 giornate sono decisamente troppi. E al momento non sembrano pronti rimedi: è come se Benitez sottovalutasse questo aspetto. E pure i giocatori.

E giovedì sera torna l’Europa League. A Praga, il Napoli cerca il passepartout per passare il turno, prima di rituffarsi in campionato, a Genova, contro la Samp. Se a novembre già pare terminata la lotta scudetto, almeno si salvaguardi l’Europa e il terzo posto.