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Da Zero a Dieci: la mediocrità che t'ammazza, l'arbitraggio PERFETTO, la rapina ad ADL e Benitez complice di Calvarese

di Arturo Minervini

 Zero agli stupidi, che in realtà stupidi non sono (sono pure troppo furbi), che proveranno a liquidare l'arbitraggio di Calvarese come quello di un arbitro scarso. Tutt'altro. Calvarese è stato perfetto, dritto come una freccia che si dirige verso il centro del suo bersaglio. L'omissione del fischio sul gol di Pinilla è soltanto la vetta di un iceberg fatto e fitto di contraddizioni. Basti pensare al fallo segnalato a Gabbiadini nel primo tempo su Stendardo, episodio simile a quello di Pinilla. In quel caso il fischio, giusto. Nel secondo caso, un assordante silenzio. "Ha espulso Gomez" vi diranno. Come avrebbe potuto esimersi? Tutto si palesa nel finale: Napoli fermato con Mertens pronto al tiro dal limite dell'area, con l'arbitro che non concede al Napoli il vantaggio. Il delitto perfetto.

Uno il minuto di silenzio dedicato ad una voce mai sopita. Di uno che nel senso letterale dell'espressione è morto per seguire il Napoli. Come ha sempre fatto, da quando nel cuore gli è scoppiato l'amore. Pasquale D'Angelo lascia questa terra nella fredda Mosca, quasi un paradosso per chi ha nel sangue quel calore tipicamente partenopeo, facendo quello che più amava fare. Seguire il suo amore. I suoi colori. Quei colori azzurri che vorremmo al più presto rivedere. Qualcuno metta fine a questa egemonia della maglia jeans. Ridateci l'azzurro. Fatelo per Pasquale e per tutti i "Pasquale" di questa città.

Due salvataggi sulla linea di due ex. La storia scrive trame fitte di veleno e riesce ad assumere quasi una linearità nella sua assurdità. Nella notte da incubo di Calvarese, si travestono da boia Denis e Cigarini che stroncato al nono mese ormai di gravidanza la gioia pronta ad essere partorita di Britos ed Henrique. Sempre avvelenati i due atalantini, come d'uopo per chi ha la propria dimensione nella lotta salvezza. Dovranno aspettare qualche mese per una nuova notte di gloria.

Tre mesi e mezzo a digiuno. L'ultimo gol di De Guzman in campionato risale al 7 dicembre scorso, contro l'Empoli. Da allora una fiducia - eccessiva - illimitata di Benitez e tanti errori in zona gol. Un buon alunno, che non sporca il foglio ma che probabilmente non prenderai mai un 10 in pagella. Una comparsa, che nel mondo dei nostri sogni, quello che nel calcio predilige i giocatori di talento in attacco, non potrebbe mai essere preferito a gente come Mertens o Hamsik. E se questo è il migliore dei mondi possibili, mio caro Voltaire, permettici di dire questo mondo non ci piace per niente. W il talento!

Quattro alla mediocrità che ti uccide. Quella con la quale devi ogni qualvolta confrontarti una volta scelto di imboccarne la via. Quella mediocrità che ti porta ad avere in campo giocatori che non incidono, che non spostano. Britos che crossa è una martellata al David di Michelangelo o Donatello, fate voi. Il modo in cui Henrique difende quel pallone su Pinilla è da espatrio immediato verso nazione nella quale lo sport nazionale è il curling. E pensare che è brasiliano. Questi sono fatti, inconfutabili. Sono combinazioni sventurate che nascono con il peccato originale di alcune scelte societarie. Questo, non smetteremo mai di ricordarlo.

Cinque punti di distacco dalla Lazio, che occupa il terzo posto che vale l'accesso ai preliminari di Champions. Dilapidato un vantaggio di 8 punti sulla Lazio, che ha guadagnato 13 punti sugli azzurri nelle ultime sei partite. Una situazione quasi imbarazzante che, nessuno si azzardi, non può essere giustificata solo con l'arbitraggio di Calvarese. Bisogna scindere il discorso specifico della gara con la squadra di Reja, decisa da un arbitraggio fuori da ogni logica, dal momento globale in campionato assolutamente imbarazzante. Roba da far arrossire anche Melissa P, prima dei suoi 100 colpi di spazzola.

Sei gare per cinque punti. Una miseria. Un cammino da retrocessione, un'involuzione spaventosa. Allarmante. In campionato il Napoli è in rottura prolungata come un cavallo che non sa più trottare. Che la colpa non sia da una parte sola, è chiaro. Che la colpa sia attribuibile ad alcune scelte di Benitez, lo è altrettanto. Il turnover selvaggio dei turni precedenti, le scelte insensate contro l'Atalanta. Come tenere fuori Mertens, mai così in forma in tutta la stagione? Perchè sacrificare ancora Hamsik, unico a dare un minimo di senso logico ad uno schema che corre sempre il rischio di spezzare in due la squadra? Un cavallo che trotta si affida al suo driver. La verità è che, il nervosismo costante delle ultime settimane lo dimostra, anche Benitez vive un momento di profonda insicurezza. Lo spagnolo sembra sempre più distante, incastrato in una realtà che non sente più sua. Come un Gulliver tra i lillipuziani, o un lillipuziano in mezzo ai Gulliver. Fate voi, a seconda dello stupido partito a cui avete scelto di aderire.

Sette (questa volta non parliamo del numero) segrete e grandi cospirazioni. L'accusa del Napoli è grave, precisa, con nomi e cognomi. Tavecchio finisce nel mirino e l'associazione è quasi automatica: lotta Champions-Lazio-sostenitore Tavecchio-Claudio Lotito-presidente Lazio. Sembra quasi un esercizio logico. Magari pericoloso, ma inevitabile. Fanno ancora male le intercettazioni con il patron biancoceleste protagonista assoluto nel famigerato discorso contro Carpi e Frosinone. Che il Napoli sia diventato il Carpi o il Frosinone di turno? Ora qualcuno inizierà a scandalizzarsi. JesuisAurelioemihannofregatolaChampions: Questo è il nuovo hashtag da lanciare su Twitter.

Otto reti in stagione che non fanno rumore, e non si capisce il perchè. "Si ma a me non piace". "Si ma Gonzalo". "Si ma è grezzo". Maledetta superficialità di questi tempi. Ma voi, ad una lametta cosa chiedereste: Di essere bella o di tagliarvi la barba? Zapata ha uno scopo. Segnare. E ci riesce con una continuità disarmante. Uno stimolante immediato, con effetti istantanei più del Viagra.La nostra pillola nera del piacere.

Nove alla pennellata di Hamsik. Un apostrofo rosa tra le parole non capite una mazza e beccatevi l'assist numero 11 (!!!) della stagione dello slovacco. Marek è come una moglie che ami: quando l'hai in casa ti lamenti per ogni cosa che fa, per ogni cosa che dici. Dell'amore che provi per lei, e della sua importanza, ti accorgi solo in sua assenza. Calvarese è stato l'assassino, ma Benitez con le sue scelte è stato un grande complice nell'omicidio.

Dieci alla faccia da schiaffi di Pinilla. "Non ho commesso fallo", afferma, facendo rivoltare nella tomba il buon Collodi che vede messo in pericolo il suo copyright sul bugiardo più grande della storia. Mauricio se questa barzelletta del fair play fosse davvero operativa, andrebbe squalificato per tutto il resto del campionato per la recidività del reato. Stupidamente provocatore, capace di rovinare una delle rare sere in cui era riuscito a fare un gol. Enjoy the silence, che forse fai più bella figura.


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