.

“E se si infortuna di nuovo?”: il discutibile dubbio che guasta ogni giudizio su Milik

di Arturo Minervini

(di Arturo Minervini) - Era il 23 settembre del 2017. Arek Milik pagava alla fortuna un conto davvero troppo salato, accasciandosi a terra e subendo la seconda rottura del legamento del ginocchio dopo quella patita l’8 ottobre del 2016 in Polonia-Danimarca. Appoggiando quel ginocchio in quel terreno infame di Ferrara, aveva probabilmente già capito. Un incubo già visto quell’incubo che bussava alla porta. Feroce e senza preavviso. Tornato troppo in fretta a mettere in discussione quelle certezze che man mano stavi riconquistando. Salire un gradino ed invece avvertire il vuoto sotto al piede è una sensazione spiazzante Ti pare di sprofondare, ti fa sembrare la cima quasi irraggiungibile. Invece Arek si è rimesso in moto, con ancora più fame di prima. Si è ripreso la sua forma fisica, i suoi gol ed ora è pronto a riprendersi anche una maglia da titolare di questo nuovo Napoli targato Ancelotti.

“E se si fa male di nuovo?”. In carriera tantissimi calciatori hanno subito infortuni, eppure questa terribile sequenza che ha avuto come protagonista il bomber polacco ha generato su di lui delle perplessità che sembrano non abbonadonarlo. Sono infatti mesi che Milik gioca senza avere nessun tipo di problema (qui tocchiamo tutto il ferro del mondo), mostrando di essersi messo alle spalle ogni problema, sia fisico che psicologico.

Perché non dargli fiducia? Perché pensare che quegli infortuni (traumatici, non strutturali), facciano parte di una serie incredibili di sfortunati eventi. L’integrità fisica del classe ’94 è apparsa in maniera chiara nella seconda parte della scorsa stagione con 4 reti segnate nelle ultime di campionato partendo appena 2 volte da titolare. In generale dovrebbero valere qualcosa in più nelle valutazioni i numeri del classe ’94 (anche questo fattore, l’età, spesso viene dimenticato): in serie A 32 presenze, appena 7 da titolare, con 989 minuti giocati conditi da 10 gol, in pratica uno ogni 99’. Numeri importanti, che meriterebbero maggiore rispetto e considerazione. Se poi ci pensa che in rosa c’è Mertens che da numero 9 nelle ultime due stagioni ha segnato l’incredibile cifra di 56 reti e fornito 27 assist, forse le preoccupazioni su questo presunto bomber mancante in rosa dovrebbero essere meno forti. Arek merita di prendersi la sua rivincita, senza pagare per un passato che ha già troppe volte scherzato con il suo destino…


Altre notizie
PUBBLICITÀ