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Il meccanismo perverso di cui è vittima Meret dopo ogni parata di Ospina

di Arturo Minervini

Si parla tanto di attacchi esterni, destabilizzazioni, tentativi di minare la serenità in casa Napoli che arrivano da altri ambienti. Il caso Insigne, a tal proposito, occupa improvvisamente le prime pagine di molti quotidiani, che contano anche i minuti giocati da Lorenzo nelle ultime gare e ne fanno quasi un caso nazionale. 

Sulla storia dei 171 minuti giocati su 360 nelle ultime 4 gare (detto che le scelte di Mancini non c’entrano niente con quelle di Spalletti, fa veramente sorridere.

Un cambio con la squadra era in 10 per l'espulsione di Mario Rui.

Una sostituzione in un momento in cui la squadra soffriva. 

Una panchina nell’INUTILE finalina contro il Belgio.

Che la questione Insigne sarà pane da azzannare per molti, era più che prevedibile. C’è però un altra situazione, tutta nostrana, che appartiene a quel meccanismo perverso, quasi autolesionista, che si attiva quando ci sono dei dualismo per un ruolo.

Da tempo ormai esiste la fazione Ospina e la fazione Meret. Quelli che preferiscono il colombiano (e ci sta) e quelli che preferiscono l’italiano (e ci sta). Nelle intenzioni estive l’ex Udinese era stato individuato come il titolare del nuovo corso Spalletti, anche per valorizzare l’importante investimento fatto dal club.

Il calcio è dinamico, accadono cose che sfuggono al controllo anche del più ragionato dei piani. L’infortunio di Meret, il grande impatto di Ospina nelle gare senza Alex, hanno probabilmente invertito la gerarchia.

Non fa bene Spalletti, fa benissimo Spalletti a puntare su Ospina. Non avrebbe senso in questo momento andare ad intaccare l’equilibrio di un reparto che funziona alla perfezione. Altro conto, però, è avviare una crociata contro Meret, ormai additato come responsabile anche in situazioni in cui non v’è traccia di errore (come accaduto contro lo Spartak Mosca).

Col Torino, con Ospina che tornerà solo venerdì dagli impegni con la nazionale, tra i pali dovrebbe rivedersi dal primo minuto Meret. Scelta che ha una logica e che premia l’impegno di un ragazzo ancora una volta frenato dagli infortuni. Meret, però, rappresenta una garanzia assoluta. Preferire Ospina, non deve tradursi in una corsa al massacro contro il compagno di reparto. Altrimenti faremo la fine di quelli che predicano bene e razzolano male. Malissimo.


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