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L’altro addio di Insigne

di Arturo Minervini

Insigne ed il futuro. Quante volte si è fantasticato sul possibile addio, quanto ci è stato vicino la scorsa primavera con quel colloquio a casa Ancelotti che poteva anche scrivere un finale differente di sceneggiatura. 

Sì, perché da quando si era diffusa la voce del cambio agente, con il numero 24 che si era legato a Mino Raiola, inevitabilmente la tentazione era stata quella: pensare ad un Lorenzo che cambia agente per trovare una sistemazione differente, affidandosi all’ammazza-bandiere per eccellenza del calcio moderno. 

Una scelta criticata da molti, che ha portato Insigne a vivere delle tensioni che non hanno favorito il suo rendimento. Picchi emotivi di negatività che sono sfociati poi nelle scelte, poco ponderate, della notte del 5 novembre che avrebbe dovuto vederlo (nel ruolo di capitano) più attivo per cercare di tamponare l’emorragia, senza aggiungere sale ad una ferita che si era già aperta. 

Con l’arrivo di Gattuso, però, l’atteggiamento è cambiato. La testa è tornata a focalizzarsi sul bene comune, voglia di sacrificarsi in campo e messaggi sempre positivi mandati fuori dal terreno di gioco. Un leader ritrovato, un’immediata sintonia con il nuovo tecnico ed ora un nuovo colpo di scena. Come annunciato da Carlo Alvino il classe ’91 ha deciso di sciogliersi dal rapporto con Raiola dopo appena un anno. In molti credevano che il legame con Raiola potesse sancire l’addio dal Napoli, invece è accaduto il contrario: è stato Insigne a dire addio a Mino. Capita anche questo…


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