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L’asse ADL-Lotito contro Juve e Inter: scintille per la decisione più sofferta

di Arturo Minervini

(di Arturo Minervini) - Esistono due modi di reagire ad un terremoto. Tremare con la terra o cercare immediatamente nuovo equilibrio. Il calcio italiano, picconato nelle sue certezze, si ritrova così a fare i conti con un assetto nuovo che deve essere delineato. Alleanze che nascono, assetti che vengono stravolti e vanno alla ricerca di una nuova stabilità.

Scorprirsi amici, o magari semplicemente convididere un’idea, può in questa fase così delicata dare vita a nuovi poli di forza nel nostro calcio. Un pallone che si interroga, si divide, litiga sulla gestione di questa crisi. Aurelio De Laurentiis, ad esempio, in questa fase sembra aver trovato in Claudio Lotito uno con cui convidivere un pensiero e presentarlo con forza nella tavola rotonda della serie A. La posizione del patron del Napoli è chiara: perché consentire ai propri tesserati di andare in giro per il mondo senza conoscere bene la situazione? 

L’attacco frontale è chiaramente diretto a Juventus ed Inter, che hanno dato via ad un rompete le righe non esplicito, ma palesatosi nella diaspora che ha coinvolto tanti calciatori di bianconeri e nerazzurri dopo lo stop al campionato. Un atteggiamento ritenuto dal presidente del Napoli poco coerente con chi dovrebbe avere la necessità di ripartire appena ci saranno le condizioni per farlo.

Aurelio e Claudio. Ovvero De Laurentiis e Lotito. Due che non si sono mai presi, che hanno sempre faticato a fare affare, che in questa fase però vengono accomunati dalla stessa idea: tutelare i propri club e tenere comunque sul filo i calciatori. Posizione resa tangibile dalla volontà, mai nascosta, dei patron di Napoli e Lazio di far riprendere gli allenamenti (rispettando tutte le misure di sicurezza) il prima possibile. 

Scintille per la decisione più sofferta. Incompatibilità di pensiero, interessi individuali, che sbattono il muso contro un’allerta generale che imporrà a tutti di fare un passo indietro. Tutti ci perderanno qualcosa, è un pensiero che i grandi del calcio devono iniziare ad assorbire, ad accettare, da accogliere come una realtà che diventa da sagoma indefinita all’orizzonte sempre più chiara. Saranno decisioni sofferte, forse la più sofferta sarà proprio rendersi conto che questo campionato non si potrà portare a termine. Perchè, allora, non cambiare passo e giocare d’anticipo? Perché non aprire il mercato in anticipo (sistemando tutte le questioni contrattuali) e ripartire appena esisteranno le condizioni? Un’idea che non viene presa ancora in considerazione, ma che ben presto potrebbe diventare qualcosa di più sostanzioso di una semplice suggestione.


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