Non trattiamo Garcia come se fosse l’ultimo dei fessi
“Ma come lo vedi Garcia?”. È la domanda che riecheggia da giorni, dal secondo successivo al messaggio con cui Aurelio De Laurentiis annunciava su Twitter la scelta del nuovo allenatore. Una domanda che ritorna puntualmente nelle discussioni, sia mediatiche che quelle meno informali nelle piazze. Molte volte, però, chi pone la domanda ha già una risposta chiara, precisa, che parte sempre con questa opposizione “Si, ma non è Spalletti…”.
Parliamone di questa cosa. Parliamo di come era stato accolto Spalletti, dalle critiche (pure fondate), che aveva ricevuto al termine della sua prima stagione con quello scudetto finito al Milan e il Napoli arrivato col fiato corto allo striscione del traguardo. Che Spalletti abbia fatto un miracolo, è fuori discussione. Che Spalletti non fosse stato accolto come il Salvatore della patria, pure.
Non commettiamo l’errore di trattare Rudi Garcia come l’ultimo dei fessi. Sarebbe ingiusto per il percorso fatto, per la compostezza con cui il tecnico si è presentato alla nuova piazza, per le valutazioni fatte da De Laurentiis nella decisione che sempre si sono rivelate fondate in passato. Insomma, aspettiamo. In un pallone che va sempre di fretta, che si accapiglia per dare notizie di mercato spesso infondate, nella caccia a chi la spara prima e chi la spara più grossa. Diamo il tempo a Garcia di lavorare, di imbastire la sua idea di calcio su una base già molto solida. Su quella struttura, su uno spartito che i calciatori già conoscono, Rudi proverà a metterci del suo senza stravolgere quando di buono (tantissimo) c’è. Non trattiamolo come l’ultimo dei fessi….