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Spalletti in conferenza: "Kvara una farfalla, Osi incredibile e sta bene. Lavoro partito l'anno scorso ma io dovevo vincere subito, vi sto sui cogli**i!

di Arturo Minervini

Il Napoli batte anche il Sassuolo e vola a +18 in attesa dell'Inter. A breve le parole in conferenza stampa di Luciano Spalletti.

Grande primo tempo, nel secondo tempo ha temuto un calo di tensione? Lo considera un regalo per le 1000 partite?
"Noi abbiamo fatto bene sia nel primo che nel secondo tempo e ci eravamo creati le possibilità per fare altri gol ma i due gol li abbiamo fatti su due strappi individuali, su due giocate individuali che fanno parte del bagaglio del giocatore, quando c'è stato da prendere vantaggi di squadra non siamo riusciti a portarlo a termine e questo è un po' quello che bisogna fare perché quando ti vengono a mancare quegli strappi è la squadra che ti salva, meglio che ci sia collettivo che dei calciatori che fanno le giocate importanti e che determinano poi il risultato. A essere pignoli sicuramente ma la squadra si era costruita come trame la possibilità di fare altri gol, pressandoli, riconquistando palla sulla trequarti diverse volte. Poi, sempre per essere pignoli, quando la palla arriva vicino alla nostra area alcuni volti non riusciamo a percepire la forza del pericolo e la postura nell'atteggiamento, nella ricerca di andare a riconquistarla, non siamo così feroci come meriterebbe la situazione ma stasera grandissima vittoria e grandissima partita. Se la vado a paragonare con le ultime vittorie questa è stata quella più fatta bene dal punto di vista dello scorrimento della partita però l'abbiamo vinta con Kvara che è partito da molto lontano con questa sua leggerezza di farfalla che ha nell'andare a portare palla in avanti, questo svolazzare, cambia direzione velocemente e poi con quel gol incredibile di Osimhen, poi gli sono capitati due occasioni più facili e non è riuscito a fare gol. Bisogna trovare più equilibrio senza aspettare le giocate di Kvara e Osimhen. Mille partite? Devo pensare al sonno perso. L'esperienza serve soltanto per saper riconoscere quelle cose che devi andare a prendere e che ti passano ancora davanti, non per dire che lo so già ma per saperne riconoscere altre che non sai".

Si divertono più i giocatori a giocare o lei a guardare la squadra?
"Quando si tiene palla ci si diverte tutti perché poi si soffre di meno, è meno facile prendere gol quando si ha palla noi. Il pubblico si è divertito, è entrato dentro, era lì sopra la palla perché vedeva che scorreva bene, è stata una gara di qualità".

Come sceglie chi gioca tra Olivera e Rui? Quanto ha inciso l'azzeramento delle gerarchie estive?
"Diventa difficile poter fare questo ragionamento con dei giganti come Kim e Di Lorenzo, Rrahmani ora è a un livello incredibile dal punto di vista difensivo, da altre parti diventa più facile. Mario Rui ha qualità indelebili, quando ha palla le scelte sono quelle lì, poi da un punto di vista di impatto fisico ha meno di Olivera che ha un motore superiore per le distanze e la forza, per cui ci vogliono tutti e due. L'essenziale è che non ragionino come i calciatori deboli, siamo due riserve, conta solo i minuti che non giocano o sei mio amico se mi dai la maglia altrimenti non sei più amico. Si fa sempre un discorso di collettivo, di traguardo di squadra, si ha bisogno di tutti. Zerbin ha fatto 5 minuti sbattendo su tutti, facendo vedere che può giocare in Serie A in molte squadre, il ragionamento corretto è quello. Si tenta di starci attenti però poi ogni tanto durante l'anno qualcosa scappa ma questi stanno reagendo tutti bene. Quando siamo partiti nelle mille notti insonni ho pensato che qualsiasi allenatore alleno è quello più forte, quello che mi può dare la soluzione, e si va a lavorare in maniera corretta. Poi naturalmente, sono state delle esigenze a livello societario che hanno portato questo. Io sono convinto che se fossero rimasti Mertens, Ruiz e Koulibaly avremmo fatto lo stesso un grande campionato, il campionato di quest'anno viene fuori da quanto fatto l'anno scorso. Ad alcuni ci vogliono 3-4 anni per costruire, io in un anno dovevo vincere. Vabbè che io vi sto un po' sui coglioni di più rispetto agli altri, ma questa cosa va un po' modificata poi...".

Come sta Osimhen? C'è una dedica per le 1000 panchine?
"Osimhen sembra che sia tutto apposto, per ora si sa questo, poi si approfondirà. La dedica della millesima partita è a tutti quei calciatori che hanno avuto la disponibilità di apprezzare il lavoro, di apprezzare il modo di lavoro, di darci una mano per riuscire a fare più vittorie. In questo caso qui ai tifosi del Napoli perché anche stasera c'era lo stadio pieno di napoletani, di gente che ama il Napoli e questa cosa ci deve rendere orgogliosi. Ci sono migliaia di persone che pregano affinché si vincano le partite. Noi dobbiamo essere orgogliosi di queste preghiere e dobbiamo fare di tutto per restituirgli la felicità che loro meritano".

Una vittoria importante contro un Sassuolo che era in forma. Ora testa alla Champions: cosa si aspetta?
"Hai fatto bene a citare che questa vittoria qui per la forza dell'avversario è diversa da altre e probabilmente sono troppo pignolo io quando dico che in alcuni momenti dobbiamo avvertirlo questo pericolo. Il Sassuolo ci assomiglia molto, sa dove andare, sa ripartire, fa circolare palla, per cui assume un valore maggiore questa vittoria e questa prestazione qui, che ci permette di preparare meglio la partita di martedì perché quando esci da una brutta prestazione hai il timore di essere quello e non quello precedente, noi ormai abbiamo le nostre certezze e le porteremo anche sul campo dell'Eintracht".

23.24 - Termina la conferenza stampa.


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