Clemente di San Luca: "Un pericolo è scampato, ma Conte deve confermarsi a gennaio"
Guido Clemente di San Luca, Docente di Giuridicità delle regole del calcio presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università Vanvitelli, si è soffermato sul momento del Napoli: "Abbiamo scampato il pericolo di finire con «zero tituli» alla prima occasione. L’avimm’ schiattat’ ’ncuorp! Ma poi, altro che coppetta! Una soddisfazione e una gioia piene! Anche se sembra quasi che ci stiamo abituando a vincere. E dunque godiamo meno. In un certo senso, è fisiologico. Un Napoli finalmente bello e vincente. Forte, convinto e convincente. A Riad abbiamo goduto del miglior Napoli dell’era Conte. Gli azzurri ci hanno regalato un Natale di sorrisi. Non credo si possa discutere che Conte sia stato il grande «trascinatore». Che, però, sia stato anche l’«architetto» mi sia permesso di dubitare, sommessamente fuori dal nutrito coro degli adulatori adoranti. Architetto, in senso figurato, è l’«ideatore». Ora, è vero che le idee molto spesso nascono da situazioni contingenti, sovente quelle più negative. Con tutti i limiti di chi osserva dall’esterno, a me non pare che le scelte fatte al ritorno dal sabbatico a Torino siano state generate dal suo ingegno. Quanto, piuttosto, dalla sua capacità di ascolto ed intelligenza della realtà. A ben riflettere, se un cultore di calcio avesse visto la finale di lunedì senza saperne niente, avrebbe pensato che in maglia azzurra ci fossero i ragazzi di Italiano e in maglia rossoblù quelli di Conte.
Per la verità, ripercorrendo l’anno che sta per chiudersi, i nostri ci hanno fatto trascorrere felici entrambe le feste più importanti. Pasqua e Natale di euforica contentezza. Seppure, a voler ragionare serenamente, in due modi completamente diversi. A Monza vincemmo giocando forse la più brutta partita dell’anno. A renderci sorridenti furono una meravigliosa (quanto isolatissima) incornata di McFratm e una straordinaria mezza rovesciata di Orsolini in quel di Bologna. A Riad, invece, dopo due partite di blackout, abbiamo rivisto – persino migliorato – il nuovo Napoli. Una squadra radicalmente diversa: tecnica, spumeggiante, allegra, fantasiosa. E dominante, nonostante le assenze assai significative (oltre ai lungodegenti De Bruyne, Gilmour, Anguissa e Meret, mancavano pure Olivera e Beukema, tenendo in panchina Lukaku e Buongiorno, non utilizzabili appieno).
Non si può non dire dei meriti particolari di Oriali (investito in semifinale dai vergognosi insulti di Allegri, restati nella sostanza impuniti), che sembra aver interpretato in silenzio la parte del sarto capace di ‘apparecchiare’ l’abito al meglio. Non possiamo dimenticare che, dopo la gara a Bologna del 9 novembre – sebbene avessimo gli stessi due punti dal primo posto di adesso – il clima era veramente disastroso (come ha dichiarato Neres, «poi siamo tornati in campo con una mentalità e un modo di giocare nuovi», e «con due partite alla settimana, non è più possibile allenarci così tanto. Lo facciamo quando si può»). Si è messo nei panni del chirurgo in grado di ricucire le ferite e risanare il corpo ammalato del gruppo. E degli oggettivi meriti del Presidente, il quale – al di là delle sbavature nella comunicazione, ora per fortuna assai ridotte – mostra sempre più di saper fare il suo mestiere come nessuno (ha annunciato persino che un giorno rivelerà la verità sulla disastrosa stagione del decimo posto, lasciando intendere di avere minori responsabilità di quelle fin qui conclamate).
Quanto al mister, non si può disconoscere che nella Supercoppa (diversamente da Lisbona e Udine) abbiamo constatato una buona condizione atletica. Nella finale sicuramente superiore a quella dell’avversario (ma il Bologna aveva avuto una semifinale assai più impegnativa ed un giorno di riposo in meno). In ogni caso, per giudicare con cognizione di causa dobbiamo aspettare. Vedremo. A cominciare da oggi a Cremona. Certo, non bisogna essere dei navigati «addetti ai lavori» per valutare negativamente, nei primi quattro mesi della stagione, sia la tenuta fisica (anche rispetto a quello comunque elevato di tutte le squadre impegnate nelle Coppe, il numero degli infortunati del Napoli è abnorme), sia la gestione della rosa: solo dopo la disfatta sotto le due torri si sono visti in campo Neres e Lang. Soprattutto per il brasiliano, è difficilmente spiegabile la sottoutilizzazione fino ad allora. Insomma, è parso che le nuove scelte di Conte siano state suggerite in parte dal confronto coi giocatori (sortito all’opera di Oriali durante la sosta) e in parte dall’emergenza. Azzeccatissima la mossa di inserire a destra Politano accanto a Neres, liberato da eccessivi compiti di copertura, così aumentando l’imprevedibilità offensiva in modo considerevole.
Ora ci attende un vero e proprio tour de force. Purtroppo, sarà difficile sfruttare il mercato di riparazione per queste strane regole sopravvenute in corso d’opera, che penalizzano la società forse più virtuosa in Italia (con i bilanci in ordine e priva di debiti finanziari). Ma a breve dovrebbero esserci i recuperi di Lukaku e Meret (sebbene Romelu non sia partito per Cremona, unitamente a Beukema e Olivera). E a fine gennaio quelli di Anguissa e Gilmour. Più in là quello di KDB.
La speranza è di veder confermato il gioco bello e vincente pur quando avremo tutti a disposizione. Ho letto che Conte «partecipa alla città, sente la città, attraversa la città, la percorre, ne sente gli umori e li governa meravigliosamente». È irrilevante che io non abbia, francamente, questa sensazione. Quel che conta adesso è che il mister riesca a mantenere ciò che s’è determinato (poco importa come). Ché ci ricorderemo più volentieri di un Napoli che vince rendendo i suoi tifosi orgogliosi della loro diversa identità.
Caro mister, ogni stagione ha la sua «complessità». Fa bene ad esser contento che, nonostante quella di quest’anno, «alla fine in campionato siamo dove dovremmo essere». Occorrerà stringere i denti, conservare saldezza e adoperare tutta la saggia oculatezza necessaria per saper dosare le forze, alternando con sapienza i giocatori alla bisogna. Ha da passare senza danni il prossimo mese. L’obiettivo è arrivare alla sua conclusione ottenendo la qualificazione agli ottavi di Champions e rimanendo in Campionato attaccati alle posizioni di testa".