Divieto Juve-Napoli, l'avv. Grimaldi a TN: "Scelta illegittima, per le prossime trasferte..."
La vicenda legata al divieto di trasferta per i tifosi del Napoli in occasione della partita contro la Juventus dello scorso sabato ha acceso un forte dibattito. L’avvocato Erich Grimaldi, difensore insieme all'avv Luca Rubinacci del tifoso che ha presentato ricorso per la partita di sabato, ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni per fare un punto della situazione: dalle prossime trasferte, alla ratio della decisione, passando per la possibilità di presentare ulteriori ricorsi. Ecco quanto evidenziato:
Il suo intervento sulla questione del divieto per la trasferta di Torino ha fatto intendere l’illegittimità del provvedimento. Per i prossimi eventuali divieti le persone isolate e che non comportano rischi, rischiano di ricevere lo stesso trattamento?
"Auspichiamo che il Casms e, quindi, l'osservatorio, orientino le loro decisioni future tenendo conto di quanto stabilito nel provvedimento del Tar di Piemonte (ancorché si tratti, per il momento, di una pronuncia cautelare). Dalla pur sintetica pronuncia del Tar si traggono, a mio avviso, principi molto netti, il primo dei quali è che la misura restrittiva non può essere immotivatamente generalizzata. Va fatta, inoltre, una valutazione specifica che non sovrapponga immotivatamente i rischi legati al contatto tra tifoserie diverse: una cosa è la rivalità tra napoletani e cagliaritani, altra quella tra napoletani e juventini. Inoltre, se il tifoso è isolato – pensiamo a un gruppo di amici o a un genitore con il proprio figlio - non si può vietare loro l'accesso allo stadio. Tanto si legge nella motivazione e aggiungo che, nell’epoca della fidelity card, si presuppone che la questura o chi per essa abbia la capacità di individuare il potenziale facinoroso, isolarlo e attivare rimedi come il daspo. Non si può penalizzare un’intera tifoseria o, nel caso specifico, come accaduto sabato, una città e la sua provincia. Anche perché la misura, oltre che ingiusta, rischia di essere inefficace. Confidiamo che, alla luce della pronuncia del Tar, ci sarà un’attenzione maggiore da parte dell’osservatorio su quelle che saranno le successive eventuali decisioni che, peraltro, non debbono essere punitive ma preventive, cioè finalizzate a prevenire incidenti, non a punire comportamenti pregressi; da questo punto di vista, peraltro, davvero non si capisce perché i cagliaritani, che sono quelli che poi volevano invadere il settore ospiti, non abbiano ricevuto nessun tipo di restrizione. Nel caso di Torino, infine, la contingenza temporale è stata l’altro elemento di particolare criticità: non può sfuggire che se il provvedimento prefettizio fosse stato adottato con almeno un paio di giorni di anticipo, il ricorso che io e il collega Luca Rubinacci siamo stati costretti a presentare solo a poche ore dalla partita sarebbe stato, con ogni probabilità, eseguito in maniera sicuramente più generalizzata. Ma, per il futuro, laddove si ripresentasse la necessità di intervenire, siamo pronti".
Alla luce di ciò, le prossime trasferte del Napoli saranno Empoli e le due di Milano, con Milan ed inter, già storicamente pericolose. Il casms potrà nuovamente bloccare la trasferta ai napoletani?
"Prendendo in considerazione quelle che sono le motivazioni del decreto cautelare, il CASMS dovrebbe comprendere che si deve valutare partita per partita e non tornare sugli scontri di Cagliari per vietare la trasferta, altrimenti diventerebbe un paradosso. Anche perché la modalità con cui è stata sostanzialmente inflitta una punizione alla tifoseria azzurra, non risolve il problema dell'ordine pubblico. Il potenziale tifoso che era a Cagliari, che poteva essere isolato dai gruppi e aver rilanciato il fumogeno nel settore dei padroni di casa, poteva essere residente altrove e, quindi, andare liberamente a Torino creando problemi. Per quali motivi non hanno identificato i tifosi facinorosi? È qui che risiede la principale illegittimità del provvedimento. Al massimo avrebbero potuto vietare la trasferta a tutti i tifosi presenti a Cagliari, sarebbe stato più ragionevole. Non si può vietare ai soli napoletani".
Si apre adesso un discorso sui rimborsi, non del biglietto dello stadio, ma dei treni, hotel, pullman già acquistati e non utilizzati: stando dinanzi ad un provvedimento non legittimo, si può aprire un tema su questi rimborsi?
"Si è già aperto un tema sui rimborsi, la riforma della giustizia amministrativa ha previsto che, per questo tipo di risarcimenti, devi adire il giudice amministrativo per ottenerlo. In molti stanno facendo confusione: le cause per i risarcimenti non possono essere incardinate dinanzi al giudice ordinario, in quanto trattandosi di un provvedimento amministrativo, si deve impugnare dinanzi al Tar Piemonte nei 60 giorni successivi alla sua adozione, ottenere la declaratoria di illegittimità per poi ottenere, eventualmente, un risarcimento dei danni subiti. Danni come il volo aereo, il treno, un albergo pagato, un noleggio auto: in ogni caso bisogna provare che non si è usufruito dei servizi acquistati. Si potrebbe verificare il paradosso che persone realmente presenti poi a Torino possano chiedere il rimborso: c'è bisogno della prova del mancato utilizzo e di non essere partiti. Certamente proveremo ad ottenere anche il danno da omessa visione della partita. Davanti al giudice amministrativo non è ipotizzabile la class-action: il problema è che dovranno essere azioni individuali e ciò comporta un maggior anticipo di spese come i 650 euro di contributo, somme che, in caso di esito favorevole del giudizio, vengono rimborsate. Ci sono tantissimi tifosi che stanno procedendo per principio: il discorso non è economico, ma di principio. C'è anche ad esempio da giustificare di fronte ad un figlio le motivazioni di non essere entrati allo stadio. Ho fatto tante battaglie per portare i minori gratis allo stadio in tutta Italia, e poi si limita l'accesso al genitore con il proprio figlio. In tantissimi, complice la festività di San Gennaro, erano partiti il giovedì in occasione poi della partita del sabato. L'aspetto più importante della questione è che il ministero degli interni (l'osservatorio ed il Casms lavorano per conto del ministero) doveva prevedere, al momento della decisione di divieto, un risarcimento dei voli e dei trasporti già acquistati. Questo è grave nel comportamento del ministero. Noi non vogliamo essere bistrattati e trattati così, la nostra è stata una reazione d'orgoglio e sociale".