Guido Clemente di San Luca a TN: "Hanno ‘scippato’ al Napoli la finale di Champions"
Guido Clemente di San Luca, Ordinario di Diritto Amministrativo all'Università della Campania Luigi Vanvitelli, ha espresso alcune considerazioni sulle ultime notizie riguardanti il Napoli.
La netta vittoria con l’Inter (non con la migliore formazione, è vero, ma pure i calciatori del Napoli non sono al meglio, ‘rilassati’ da giorni, sia fisicamente, sia psicologicamente) certifica definitivamente che sussistano fondate ragioni nel sentirsi ‘scippati’ della finale di Istanbul!
Agli azzurri l’ha tolta illegittimamente Marciniak, con una decisione (finita nel dimenticatoio, insieme alla complessiva direzione della gara, al punto che l’hanno ‘premiato’ affidandogli prima una delle due semifinali e poi addirittura la finale) sulla quale non è affatto peregrino ipotizzare il reato di frode sportiva, vista la innegabile, perché palese, non conformità della decisione alle regole vigenti, non giustificabile altrimenti che con una intenzione illecita (che sia stata generata da colpa grave o dolo, ovviamente, sarebbe da dimostrare).
Un reato, la frode sportiva, previsto per punire chi operi «al fine di raggiungere un risultato diverso da quello conseguente al corretto e leale svolgimento della competizione», per verificare la effettiva sussistenza del quale sarebbe (forse doverosa, ma certamente) augurabile l’apertura di una inchiesta del giudice penale, dovendosi poi, naturalmente, provare nel corso ed all’esito del relativo processo il necessario dolo specifico.
E invece, i professionisti della istigazione a delinquere, che riempiono impudenti e senza contraddittorio i media nazionali, perseverano imperterriti nel legittimare la violazione delle regole da parte di arbitri e VAR, invitandoli espressamente ad eluderne il rispetto in nome di personali convinzioni «contra legem».
Non volendo riferirci (per non essere accusati di partigianeria) alla direzione «oscena» (così è stata definita) di Marinelli in Napoli-Inter, in base al Regolamento, il rigore di ieri su Immobile a Udine è inopinabile! Lo chiamano, ancora una volta, «rigorino», facendo riferimento (non a quella vigente, ma) alla disposizione che, nei loro auspici (ma appunto ‘auspici’, la regola in vigore prevedendo tutt’altro), sarebbe da modificare in un senso conforme al calcio che vorrebbero.
Un calcio disciplinato in maniera tale da assegnare all’arbitro uno amplissimo spazio assoluto – e non giustificabile, se non col voler fare di esso uno strumento più agevolmente ‘manipolabile’ – di valutazione il più possibile priva di paradigmi normativi di riferimento, in buona sostanza «legibus soluta». Nonostante si tratti, ormai da tempo, di un fenomeno dalle dimensioni economiche e sociali mastodontiche, e per ciò non più assoggettabile soltanto al mero «diritto dei privati».
Il contatto della gamba di Masina su quella di Immobile è obiettivamente rilevabile. Senza discussioni. Ed è determinato da negligenza del difensore. Punto e basta. A meno di non voler predicare il definitivo superamento del principio di legalità".