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TN - Albarella (ex Beijing Guoan): "Hamsik? Dalian in crescita, ma non lotterà per il titolo! Vi racconto la Cina, il calcio sta cambiando! Un consiglio per Marek..."

di Fabio Tarantino

(di Fabio Tarantino) - La Cina è più vicina, e la rima è solo casuale, grazie alla testimonianza di chi l’ha vissuta in prima persona. Eugenio Albarella, 52 anni, preparatore atletico del Napoli prima del fallimento, è tra i fedelissimi dello staff tecnico di Alberto Zaccheroni. Entrambi sono reduci dall’esperienza con gli Emirati Arabi, usciti solo in semifinale in Coppa d’Asia contro i vincitori del Qatar. Insieme, nel 2016, hanno vissuto l’esperienza al Beijing Guo'an Zuqiu Julebu, la prima squadra di Shanghai, concludendo il campionato al quinto posto. In quella stagione il Dalian Yifang, la formazione che presto accoglierà Hamsik, militava nella China League One, la Serie B cinese, categoria ‘salutata’ un anno dopo con la promozione.

Che calcio troverà, Hamsik? “Molto fisico e poco tecnico. La Cina sta ritardando nel ricambio generazionale. Ci sono giocatori con un’età media molto alta e i giovani faticano ad emergere. Il movimento calcistico non ha ancora ottenuto i risultati sperati. Anche per questo motivo il governo ha limitato gli eccessivi investimenti (luxury tax, ndr)”.

In che senso? “Le limitazioni economiche degli ultimi anni sono legate alla volontà di investire capitale non solo nei grandi acquisti, ma anche nelle strutture, nelle scuole calcio, nella formazione. Prima arrivavano i ‘nomi’ ma non c’era organizzazione alla base. Ecco perché la crescita del calcio cinese era così lenta. Ma le novità sono state diverse”.

Ad esempio? “Da un paio d’anni, ogni squadra non può schierare contemporaneamente più di tre giocatori stranieri. Prima poteva schierare tre stranieri più uno dello stesso continente. Ora, al massimo tre stranieri e basta”.

Tra dieci anni il calcio cinese si sarà avvicinato a quello europeo? “Fatico a fare una previsione simile. Generalmente, ci vogliono vent’anni di storia alle spalle per crescere. Prendete il Giappone: i giocatori sono diventati di medio-alto livello dopo vent’anni di scuola brasiliana, argentina e poi anche italiana (Zaccheroni ha allenato la Nazionale dal 2010 al 2014, ndr). Oggi, nei principali campionati europei, ci sono tanti calciatori giapponesi che si sono adattati a quel tipo di calcio, tra cultura e abitudini”.

Tornando ad Hamsik: si aspettava la scelta Cina? "Non posso dare giudizi personali, ma all’età di 32 anni, di fronte ad un’offerta del genere, chiunque c’avrebbe riflettuto. Di sicuro, oltre all’aspetto economico, Hamsik vivrà una bellissima esperienza di vita”.

Come si vive in Cina? “Dipende dalla flessibilità di ognuno di noi. Per trovarti bene devi capire che ogni paese ha la sua cultura. Sei tu a dover adattarti a quel determinato contesto, e non viceversa. Marek, che è un ragazzo splendido, sarà in grado di farlo”.

Quanto è seguito il calcio? “Ho sempre trovato stadi abbastanza numerosi. Al Beijing Guo'an Zuqiu l'impianto, da 60mila posti, era sempre pieno”.

Che ambizioni ha il Dalian? “Sta facendo investimenti importanti, in organico ci sono giocatori come Carrasco e Gaitan, ma resta una squadra da metà classifica (undicesimo posto nell'ultimo campionato, ndr). Questo perché ci sono tante rivali forti, con società ricche alle spalle, che lotteranno per il titolo. Perfino l’Hebei di Lavezzi, che è un club importante arrivato sesto nell’ultimo campionato, farà fatica”.

Quali sono le favorite? “Le due squadre di Shanghai, specialmente lo Shanghai SIPG che ha vinto l’ultimo campionato e che in organico ha gente come Oscar, Hulk e Lei Wu, attaccante cinese che ha segnato 27 gol nell’ultimo campionato”.

Poi? “Non va dimenticato il Guangzhou dei fratelli Cannavaro, lo Jiangsu di Sunin e il ‘nostro’ Beijing Guo'an Zuqiu”.

Perché il Dalian ha puntato su Hamsik? “Schuster è un allenatore europeo (tedesco, ndr) e avrà certamente avuto il suo peso nella scelta. In generale, i club cinesi vanno a caccia dell’opportunità del momento. Si fanno analisi di mercato tra ingaggi attuali, volontà e carriera. Una cosa è certa: il nome di Hamsik, in Cina, non è arrivato dall’oggi al domani”.


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