.

FOCUS - Il calcio organizzato di Alguacil, le stelle Silva e Oyarzabal e un talento da scoprire: tutto sulla Real Sociedad

di Pierpaolo Matrone

L'ultimo campionato ha riportato la Real Sociedad in Europa. Dopo una stagione da protagonista in Liga, in cui è stato a lungo accarezzato il sogno Champions League, la formazione basca ha chiuso la scorsa stagione al sesto posto in classifica, dunque in zona Europa League, e con tante certezze in vista di quest'annata appena partita. Imanol Aguacil e i suoi ragazzi sono stati una delle rivelazioni di Spagna, mostrando un calcio divertente e una grande organizzazione tattica, mettendo tra l'altro in vetrina alcuni talenti che hanno attirato anche l'interesse delle big. Il Napoli dalla seconda fascia non ha certamente pescato l'avversario più semplice da affrontare: andiamo a scoprire punti di forza e punti deboli del sodalizio di San Sebastian.

STORIA - Un po' come il Napoli per l'Italia, la Real Sociedad appartiene alla categoria delle grandi piazze decadute e poi rinate in Spagna. E, come il Napoli, anche los Txuri-urdin (così vengono chiamati i giocatori della Real nei Paesi Baschi) hanno raggiunto negli anni Ottanta l'apice della storia del club. Due campionati consecutivi, una Coppa di Spagna, una Supercoppa di Spagna e una semifinale di Coppa dei Campioni hanno reso la squadra una delle big di quegli anni. In tempi più recenti, invece, la Real Sociedad ha vissuto un periodo complicato, fino a retrocedere in Segunda Division (dopo quarant'anni di Liga) nella stagione 2006-07, trovando poi subito la promozione. Il ritorno in Europa di quest'anno è il punto apicale della rinascita dei baschi.

STADIO - Inaugurato nel 1993, l'Anoeta lo è stadio che ospita i match interni della Real Sociedad. Succeduto allo storico Atocha, il primo stadio di San Sebastian a cui i tifosi sono ancora fortemente legati, l'impianto attuale conta una capienza di 32 mila spettatori, ma la maggior parte di loro (e di tutti i tifosi baschi) nutre una sorta di odio per la nuova casa della Real Sociedad. Il motivo è da ricercare nell'architettura dello stadio, tanto elegante e sofisticata quanto poco funzionale al calcio. La torcida del nord di Spagna ha lanciato persino una petizione per ritrovare lo spirito dell'impianto precedente, visto che in quello attuale si fa fatica a far sentire il fiato sul collo ai protagonisti in campo.

ALLENATORE E SQUADRA - Una compagine dei Paesi Baschi affidata ad un basco puro. La Real Sociedad rappresenta il sogno che diventa realtà per Imanol Alguacil, cresciuto sia come calciatore che come allenatore nel settore giovanile biancoblù, ovviamente a distanza di un ventennio. Il figliol prodigo, insomma. Alla guida della prima squadra dal 2018, il 49enne nativo di Orio ha subito trasmesso la sua filosofia calcistica alla squadra. Un modo di intendere il pallone votato all'attacco. La Real Sociedad fa del possesso palla e della costruzione dal basso i suoi punti di forza, tant'è che negli ultimi due anni ha avuto un possesso palla media quasi pari al 55%. Schierata con il 4-1-4-1, la squadra di Alguacil prova a creare gioco con i dialoghi tra difensori e centrocampisti centrali e la spinta dei terzini, protetti dal vertice basso di centrocampo (Zubimendi) chiamato a fare un enorme lavoro difensivo. Gli esterni d'attacco Oyarzabal e Barrenetxea, il trequartista David Silva e il centravanti Isak sono il fulcro della mole di trame offensive create dal team. La Real Sociedad è una squadra competitiva, con grandi ambizioni sia in Spagna che in Europa, anche se forse avrebbe bisogno di qualche altro rinforzo tra difesa e centrocampo per affrontare le due competizioni.

STELLA E SORPRESA - Da tempo nel mirino delle big, è Mikel Oyarzabal il calciatore-simbolo della Real Sociedad. Esterno d'attacco classe '94, spesso titolare anche con la nazionale spagnola, sarà il pericolo numero uno del Napoli. Insieme a lui un altro perno è Mikel Merino, anch'egli sempre convocato dalla Spagna, su cui si fonda tutto il centrocampo basco. L'ultimo arrivato, invece, è il nome più affascinante: David Silva, soffiato a sorpresa alla Lazio, è stato acquistato per aumentare il tasso tecnico della mediana e fornire le giuste assistenze ad esterni e attaccanti. La sorpresa della squadra, invece, potrebbe essere Ander Barrenetxea, ala classe 2001 su cui tutto il calcio spagnolo ha puntato gli occhi. Ci si aspettava la consacrazione già l'anno scorso, invece Alguacil gli ha concesso poco minutaggio e il giovane non ha avuto un grosso impatto. Attaccante rapido e scaltro, tutti a San Sebastian sono pronti a giurare che la campagna europea potrà facilitare l'esplosione definitiva di un talento tutto basco.

L'UNDICI (4-1-4-1): Alex Remiro; Gorosabel, Elustondo, Le Normand, Nacho Monreal; Zubimendi; Januzaj, David Silva, Mikel Merino, Barrenetxea; Isak


Altre notizie
PUBBLICITÀ