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Gioca solo chi sta bene e dà tutto: Rino non guarda più in faccia a nessuno

di Pierpaolo Matrone

Non importa come ti chiami. Non importa da dove vieni. Non importano cos'hai fatto in passato e quanti trofei hai vinto nella tua carriera. E non importa neanche quanto percepisci di stipendio. Men che meno quanto sei stato pagato. Ciò che conta è se ti alleni, come ti alleni e quanto bene puoi fare alla squadra. C'è di nuovo il collettivo al centro del villaggio Napoli e il suo capo-animatore Rino non intende fare sconti a nessuno. Che tu sia una prima donna o l'ultima ruota del carro. Il grande merito di Gattuso è stato quello di aver ridato i gradi di squadra, nel vero senso della parola, ad un Napoli che aveva perso le sue certezze e che adesso ragiona nuovamente in funzione del collettivo. Il diktat è arrivato dal suo allenatore fin dalla prima seduta d'allenamento a Castel Volturno.

PATTO - Dopo la sconfitta contro la Fiorentina e pure dopo quella con il Lecce, Ringhio è stato deluso dai suoi ragazzi e da quel momento non si fida più. Per questo per lui ora una rondine non può fare primavera e bisognerà trovare continuità di prestazioni e soprattutto risultati prima di cantare vittoria. Ma se c'è un passaggio chiave nella ricetta che ha in mente di utilizzare per questo Napoli quello sicuramente riguarda gli uomini da scegliere per andare a fare la guerra. Dopo quei ko, Gattuso ha guardato i calciatori negli occhi e gli ha fatto capire che da quel momento sarebbe sceso in campo soltanto chi lo merita per condizione e impegno in allenamento. Un po' come accade nelle giovanili, essenza pura di un calcio meritocratico. Chi suda, chi non pensa che l'impegno profuso sia mai troppo, chi si danna per uscire dal momento negativo. Sono loro ad andare in campo. Gioca chi rispetta queste regole: Rino non guarda in faccia a nessuno.


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