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La tessera del tifoso, rimedio ambiguo alla violenza da stadio

di Vincenzo Balzano

Favorevoli o contrari, scettici o possibilisti, non farà più alcuna differenza: a partire dal prossimo campionato, la tessera del tifoso sarà obbligatoria per tutti coloro che vorranno sottoscrivere un abbonamento (per qualsiasi squadra) o andare in trasferta, e in alcuni casi anche per i giornalisti. Ma andiamo con ordine.

TRASFERTE
Già da quest’anno, dai provvedimenti adottati da Casms e Osservatorio, venivano fatti salvi i possessori della tessera. Dal prossimo campionato, il criterio si invertirà: sarà possibile seguire la propria squadra in trasferta solo se la stessa sarà stata sottoscritta. Per farlo, un tifoso non dovrà aver commesso reati da stadio negli ultimi cinque anni, e non dovrà essere sottoposto a Daspo; in caso contrario, potrà richiedere la tessera solo dal momento in cui avrà scontato la sua pena.

ABBONAMENTI
La vera novità risiede proprio qui. Chi vorrà abbonarsi dovrà, contestualmente o prima – saranno le società a deciderlo – richiedere la tessera del tifoso. In caso contrario, ossia se non si vuole o non si può (per i motivi ostativi di cui sopra) richiederla, si potranno comunque comprare i biglietti per ogni singola partita. Il Genoa sembra aver bypassato questa disposizione: la società rossoblù concederà ai tifosi delle proprie curve che non vorranno abbonarsi (per non sottoscrivere la tessera) di vantare, grazie al vecchio abbonamento, un diritto di prelazione per i biglietti di tutte le partite del campionato.

GIORNALISTI
E’ di qualche giorno fa il comunicato stampa della Roma, da cui si evince l’obbligo
per i giornalisti di sottoscrivere la tessera, imposizione valevole solo per i colleghi che vorranno richiedere l’accredito stagionale. Che si celi all’interno del nostro ordine qualche potenziale teppista da stadio?


La “ratio” della tessera del tifoso sta nel procedimento di fidelizzazione che, secondo quanto decretato dal Ministro degli Interni Maroni, servirà a creare una cosiddetta tifoseria virtuosa. Il motivo osteggiato dalle tifoserie organizzate di tutte le squadre risiede nel criterio dei “cinque anni” di mancanza di reati da stadio, ritenuti troppi, essendoci tanti tifosi in Italia sottoposti a Daspo in quest’arco di tempo: costoro non potranno richiederla, o se lo faranno verrà loro rifiutata. Inoltre, sembra a molti uno strumento di schedatura. In tal senso, tempo fa fecero scalpore le parole di Zamparini: “La tessera del tifoso è una palese limitazione della libertà”.

In realtà, secondo la procedura ufficiale, non ci sarebbe nessuna schedatura. La tessera va infatti richiesta alla società di calcio, la quale poi chiede il nullaosta alla Questura, che lo concede se non ci sono i motivi ostativi, senza immagazzinare i dati del richiedente, che resteranno a conoscenza solo della società: un’applicazione estensiva del concetto di biglietto nominale.

VANTAGGI
Coloro che la sottoscriveranno, avranno dei benfit: alcuni potrebbero tornare utili, altri in verità sembrano avere intenti commerciali anche mal celati. Così, a partire dal prossimo campionato, in ogni stadio dovrà essere previsto un accesso esclusivo per questi tifosi “ufficiali”: per fare l’esempio di Napoli e del San Paolo, però, sembra - almeno per il momento - difficile che accada una cosa del genere, non essendo stato previsto negli anni scorsi nemmeno un varco esclusivo per gli abbonati. Inoltre, sarà previsto un diritto di prelazione per l’acquisto di biglietti, accumulo di punti, convenzioni con altre società private come Ferrovie dello Stato, Autogrill e altri partner e sponsor: ecco come viene fuori l’anima commerciale dell’iniziativa.
In un’epoca così negativa per il nostro calcio, potrebbe servire se tutto l’ingranaggio fosse oliato alla perfezione. Diventa poco credibile, qualificandosi quasi come uno specchietto per le allodole, se invece non si pensa, come purtroppo continua ad accadere, a una ristrutturazione del sistema che parta dalle fondamenta.

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