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Maggio: "Vi racconto la notte di Inter-Juve a Firenze. Higuain? Andò via e non salutò. Ancelotti come Benitez..."

di Redazione Tutto Napoli.net

Lunga chiacchierata con Christian Maggio nel corso del programma ‘Fuori Zona’, in onda tutti i giovedì su Otto Channel. Ecco alcuni passaggi interessanti dell’intervista:

Il nostro obiettivo con il Benevento quest’anno è la Serie A e fin dai primi giorni che sono arrivato qui ho percepito la voglia di far bene. La Serie B è un campionato difficile, ogni sabato ti ritrovi avversari tosti ma noi cercheremo di fare il meglio possibile. Questa è una società sana, tutto viene fatto con grande serietà. 

Il presidente Vigorito è una persona veramente fantastica ed anche molto ambiziosa, ho avuto la possibilità di vederlo più volte ed è fantastico e mi piace molto. È bello anche parlarci insieme. Ho scelto il Benevento perché ho visto che c’è la voglia di fare bene, non solo oggi ma di crescere nel tempo con un progetto serio.  

La gara che ricordo con maggiore piacere è la finale di Coppa Italia vinta a Roma con la Juve con Mazzarri, è stata una gioia incredibile perché mancava da tempo una vittoria così.

La partenza di Higuain è stata una cessione dolorosa e rabbiosa. Noi ci siamo rimasti male per il modo in cui era andato via, non ci ha salutato magari aveva buoni motivi. Lui ha le sue ambizioni, al di là che sia andato alla Juve ho rispetto la sua decisione perché voleva vincere. Si è voltato subito pagina.

Scudetto perso nell’albergo a Firenze? Non so cosa sia successo, è chiaro che inconsciamente qualcosa possa essere cambiato nella testa di qualcuno dopo Inter-Juve. Stavamo guardando in una stanza il match, c’è stata delusione e rabbia. Credo che sia nata e poi finita lì, non voglio pensare che quella gara abbia condizionato la nostra prestazione. Ero in panchina e vedevo i miei compagni non erano convinti in quella gara, li vedevo strani. Era evidentemente destino, purtroppo è andata così.

Il giocatore migliore con cui ho giocato al Napoli è Cavani. È arrivato che aveva fame e voglia di sfondare, si allenava tutti i giorni e non voleva mai mollare. Lui si arrabbiava quando non segnava anche da un metro. Poi ci sono Lavezzi che è un grande amico, mentre Higuain era arrivato a Napoli che era già un campione.

Cosa ho pensato quando non sono entrato in Napoli-Crotone? Penso che la mia faccia dicesse tutto, ne ho già parlato e non mi sembra giusto continuare. Ho un bellissimo ricordo in ogni caso di quel giorno, non mi è mai successo in dieci anni di fare un giro di campo così e questo mi ha reso orgoglioso. Ci tenevo a chiudere giocando anche cinque minuti, purtroppo non è successo e non l’ho presa benissimo. Sono state decisioni del mister e ho dovuto accettarlo a malincuore.

Ogni allenatore mi ha dato qualcosa, sono cresciuto con tutti anche se è chiaro che con Mazzarri, avendolo avuto alla Sampdoria, mi ha aiutato di più anche per sfruttare le mie caratteristiche.

Ancelotti ha una mentalità diversa nelle rotazioni. Anche con Benitez accadeva lo stesso, un giocatore sapeva che poteva essere chiamato in causa in qualsiasi momento. Lo scorso anno capitava che un giocatore non giocasse per due-tre mesi, poi si ritrovava magari a giocare una gara fondamentale per lo scudetto e forse in quel momento veniva a mancare. Non spetta a me dire cosa sia meglio, però vedo che quest’anno con Ancelotti stanno facendo bene anche giocatori nella rosa che non venivano utilizzati.

Napoli-Liverpool? L’ho vista da casa, sono emozioni che ricordo volentieri. A Napoli ho avuto la possibilità di giocare su grandi livelli e grandi palcoscenici. Rivedere quella gara mi ha fatto venire bei ricordi, la Champions è una cosa fantastica.


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