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20 settembre 2003...Se ne andava Sergio Ercolano

di Tommaso Maschio

Una sera di 8 anni fa se ne andava Sergio Ercolano, tifoso ventenne del Napoli alla sua seconda esperienza in trasferta, precipitato dalla tribuna del Partenio di Avellino: un volo di 20 metri che il plexiglass su cui Sergio era atterrato, per sfuggire alle cariche della polizia contro i tifosi napoletani che cercavano di entrare, non ha attutito cedendo di colpo sotto il peso del ragazzo. Una morte dolorosa che non è stata mai scordata dai tifosi del Napoli, fossero essi presenti o meno quella sera ad Avellino, e da molti ultras, anche rivali, di tutta Italia. Una morte che ancora dopo anni reclama giustizia e che probabilmente mai l'avrà, come spesso accade quando sono i tifosi ad essere le vittime. Perché sulla morte di Sergio Ercolano, un giovane tifoso e non un criminale o un teppista come si volle far credere allora, non tutta la verità è stata detta, preferendo all'epoca parlare e porre l'accento sull'irresponsabilità dei tifosi partenopei che provavano a sfondare i cancelli per entrare, e poi alla guerriglia, con una trentina di feriti, scatenata dagli stessi ultras per impedire lo svolgimento del derby, che andava sospeso senza se e senza ma, ma che si sarebbe probabilmente giocato lo stesso nonostante un ragazzo in fin di vita. Poco o nulla si disse allora sulle cariche indiscriminate della polizia e sui ritardi dei soccorsi, che ci misero oltre 30 minuti per trovare le chiavi di un cancello che dava sul fossato dove Sergio versava in condizioni gravissime dopo la caduta e nulla fu fatto dopo per accertare i fatti e dare giustizia alla famiglia di Ercolano, che qualche anno fa si è vista negare anche il risarcimento per la morte del figlio, poiché secondo il giudice del tribunale di Napoli, XII sezione civile non ci fu responsabilità da parte dell'Avellino calcio e del suo custode, ma fu la condotta volontaria di Ercolano a causarne la morte, come se il ragazzo non fosse stato costretto a superare quel parapetto per mettersi in salvo dagli scontri che avvenivano a poca distanza da lui, e da altri che ebbero miglior sorte. Una morte che lo scorso anno la Curva A del Napoli ricordò così, con uno striscione ancora carico di rabbia:”20 settembre 2003-20 settembre 2010 - Sette anni di lunghi rancori, Sergio vive nei nostri cuori”, e che siamo sicuri ricorderà ancora domenica prossima al San Paolo.


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