Da Zero a Dieci: lo spettacolo pietoso, Pandev pericolo pubblico, la genialità di Inler e l’appello al presidente
Zero a chiunque abbia messo zampino in questo spettacolo pietoso. Nessuno può ritenersi esente da colpe dopo una giornata come questa. Non perché non si possa perdere, ma perché in ogni sconfitta bisogna dare il massimo nel rispetto di una tifoseria che non fa differenze di avversario. Che soffre ogni gara e non merita di essere umiliata – sportivamente – in questo modo. Che fine ha fatto il Napoli? Dov’è quel fuoco che ardeva possente nella gara con l’Arsenal? Al momento, di quella foga, resta solo un fastidio spiffero.
Uno al silenzio di Aurelio De Laurentiis. Da tempo si invoca una maggiore presenza del presidente, rifugiatosi in qualche timido cinguettio per i colpi (?) Henrique e Ghoulam. Erano stati annunciati grandi colpi per rinforzare la squadra. Niente di fatto. Difficoltà del mercato di gennaio (a giugno si faranno i conti). Eppure dal presidente ci si aspetterebbe una presa di posizione decisa, un sostegno costante al progetto di cui lui, inutile negarlo, tiene le redini. Nel bene e nel male.
Due reti di un ex azzurro. Due assist di due ex compagni di squadra. German Denis non si è mai sentito un calciatore del Napoli quanto oggi. Operazione nostalgia del centrocampo azzurro. Operazione fegati spappolati per i poveri tifosi.
Tre reti subite da Pepe Reina, sei quelle subite nelle ultime tre gare, ventisei totali in campionato. Male il portiere spagnolo, apparso meno tenace e concentrato del solito. Che stia pagando il dualismo con Rafael? Farebbe bene Benitez a fare chiarezza. Chi è il titolare di questo Napoli?
Quattro al Goran Pandev nella sua versione peggiore. Per il bene suo, per la sicurezza pubblica, per la quiete domestica il macedone in queste condizioni non può essere schierato titolare. Hamsik non era pronto? Perché non spostare l’ispirato Jorginho più avanti? Rafa, e dai…
Cinque i feriti, ma potrebbero essere anche di più, in seguito ad un pallone calciato da Reveillere a fine primo tempo. Nelle intenzioni doveva essere un cross. Nei fatti si è trasformata in una tragedia. Solidarietà alle famiglie.
Sei al Cagliari ed al penalty di Pinilla. In un turno di campionato in cui non esistono buone notizie, gli isolani fermano la Fiorentina che resta a tre punti dagli azzurri. Ma come si fa a festeggiare in una giornata così?.
Sette all’ariete incontenibile delle aree di rigore. Altro che Jackson Martinez – chi lo voleva quello scarto del Porto – in estate il grande Duvan Zapata è approdato a Napoli tra l’inspiegabile scetticismo dei poco informati osservatori. Duvan – che è un bravo ragazzo e si impegna come può – ha però smentito tutti. E’ ancora peggio di quanto si potesse pensare. Ma le colpe non sono sue. Lo ripetiamo ancora una volta: le scommesse lasciamole ad altri.
Otto all’invenzione geniale di Blerim Dzemaili per la prima rete atalantina. Momenti di ispirazione pura, tipo nuotare beatamente in branco di squali a digiuno da qualche mese. Il problema, per Blerim, è che è solo l’apice di una serie di prestazioni impalpabili: se non segna in cosa è utile a squadra squadra?
Nove all’inchino di Federico Fernandez. Manco fosse l’ispirato Schettino alla guida della Concordia, il nazionale argentino – è vero, lo giuro – si inchina a Maxi Moralez per fargli superare gli stupidi complessi sull’altezza. Che perda l’equilibrio e faccia una figura da censura sono dettagli che lasciamo ai cinici. L’educazione, prima di tutto.
Dieci all’inarrivabile Gokhan Inler. Un perfezionista puro lo svizzero, la prova definitiva arriva a Bergamo. Già nel primo tempo prova un assist no look per Denis, ma il pallone gli rimbalza sul braccio. Rischio rigore ma assist fallito. Ma Gokhan è uomo che sa superare le difficoltà. Ci riprova nella ripresa ed il risultato è entusiasmante: in tre anni di Napoli non ha mai servito assist più preciso di quello fornito all’ex – gli sarà sfuggito questo dettaglio – compagno Denis. Roba da farti venire voglia di dichiarare guerra a quei pacifici e neutrali degli svizzeri.