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E' un Napoli senza difesa: le 44 reti già subite dagli azzurri rischiano di compromettere la stagione

di Fabrizio Carbone

Può una squadra che ha già subìto 44 gol ad inizio marzo raggiungere traguardi importanti al termine della stagione? Raggiungere e non competere per gli stessi: la precisazione è d’obbligo perché mentre la difesa azzurra fa un po’ acqua da tutte le parti, per fortuna lì davanti c’è sempre qualcuno pronto a spingerla dentro. Soprattutto adesso che è tornato Milik e senza dimenticare Pavoletti.  La storia del calcio italiano e la Serie A insegnano però che a vincere è sempre la squadra che subisce meno gol e non quella che ne fa di più. 

Il 3-1 maturato allo Juventus Stadium, il secondo dopo quello di Madrid in appena quindici giorni, complica e non poco la strada anche per la coppa Italia. E se è vero che contro i galacticos sarà partita vera al San Paolo (mancano 6 giorni!), lo sarà ancor di più contro i bianconeri il prossimo 5 aprile. Agli azzurri servirà un doppio 2-0 (almeno) per centrare la finale di Tim Cup e tenere vivo il Sogno Champions. Discorsi qualificazione che passano dalla riuscita dall’intento di mantenere la porta inviolata, un esercizio riuscito a Reina e compagni solamente 9 volte (1 in Coppa Italia, 1 in Champions, 7 in Serie A) in questa stagione.

Un dato in chiara e netta controtendenza rispetto al primo anno della gestione Sarri, quando Reina riuscì addirittura a stabilire il record di imbattibilità a 533’, prima che il Napoli chiudesse la stagione come seconda miglior difesa del campionato con 27 gol al passivo. Ad oggi, le reti incassate dal portiere spagnolo sono già 29 in A (44 in totale) a testimonianza di un crollo verticale che rischia di minare le fondamenta del castello eretto da Sarri in questi mesi. Eppure gli interpreti della linea difensiva azzurra non sono cambiati. Hysaj-Albiol-Koulibaly-Ghoulam, è un quartetto sciorinato ormai quasi a memoria dai tifosi azzurri. Così come sono rimasti invariati i princìpi di gioco del tecnico basati sulla linea alta e sul “guarda la palla!”. Un modo di concepire la fase difensiva che sembra non ammettere deroghe, e forse qualche limite, per ammissione dello stesso Sarri. Vedere per credere i gol in fotocopia (Nestorowski-Benzema o Defrel-Zarate) subiti dal Napoli quest'anno. Tanti anche gli "orrori" individuali messi in mostra dai difensori azzurri – non ultimo quello di Koulibaly ieri - che sembrano essere figli della fragilità e dell’insicurezza. Infortuni (Albiol), saudade africana (Koulibaly) e le chiacchiere sui rinnovi (Hysaj e Ghoulam) a parte, gli standard difensivi soddisfacenti di un anno fa sono ormai un lontano ricordo ed a risentirne  sono– inevitabilmente – i risultati: un anno fa la squadra viaggiava a soli 3 punti dalla Juventus, oggi,  invece, la forbice è di 12, mentre in coppa Italia e Champions lo scenario non è dei migliori. 


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