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L'ultimo tenore ha perso la voce. Un Hamsik così è un brutto colpo anche economicamente

di Dario De Martino

Li ricordate i tre tenori? Era la stagione 2011-12, quando la fase offensiva azzurra era guidata da Ezequiel Lavezzi, Edinson Cavani e Marek Hamsik. L’anno dopo il Psg si presentò a De Laurentiis con 30 milioni e portò via il Pocho. Un’altra stagione e verrà raggiunto sotto la torre Eiffel dal matador per altri 60 milioni. All’ombra del Vesuvio è rimasto solo Marek Hamsik. E non certo perché non aveva offerte. E nemmeno perché valeva di meno, oggi trasnfertmarket lo valuta ancora 35 milioni di euro. E’ rimasto perché il Napoli ci ha puntato. Almeno un tenore voleva tenerselo e ha deciso di conservare in azzurro il calciatore slovacco. Un po’ perché il ragazzo è voluto rimanere in azzurro, un altro po’ perché giocatori come lui non ce ne sono. Di Lavezzi e di Cavani ce ne sono pochi, pochissimi, ma qualcuno simile lo trovi. Come Hamsik invece, nessuno. Insomma l’investimento del Napoli è stato importante. Però sono due anni che le prestazioni di quello che è anche diventato capitano azzurro sono calate drammaticamente. Domenica alla sua uscita dal campo contro l’Empoli per la prima volta si sono anche sentiti i fischi del San Paolo per lo slovacco.
Se ne sono scritte pagine e se ne sono riempite trasmissioni. Un problema di modulo, un problema psicologico, un infortunio mai recuperato. Forse tutte insieme. Nessuno lo saprà mai. L’unica certezza è che l’unico tenore che il Napoli ha tenuto nel suo coro sta perdendo la voce. Bisogna rimediare ed intervenire subito. E non solo per i risultati sportivi, ma anche per un discorso economico. A Gennaio di quest’anno, sempre leggendo i dati di traskfertmarket, lo slovacco valeva 40 milioni. A Luglio, invece, era già sceso di 5 milioni, 35. E chissà che non valga ancora di meno, perché non crediamo onestamente che oggi qualcuno pagherebbe questa cifra per il calciatore. Non si può svalutare così un patrimonio come Hamsik. 


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