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La cosa più bella di Raspadori contro l’Inghilterra non è il gol 

di Arturo Minervini

Tutti hanno scoperto Raspadori, all’improvviso. Come se negli ultimi due anni avessero vissuto confinati in un paese con le comunicazioni interrotte dal resto del mondo. Perchè che Giacomino c’avesse i numeri, lo sapevano tutti. Che potesse valere la cifra spesa dal Napoli per strapparlo al Sassuolo, anche. Quindi la polemica sul prezzo era, ed è, più inutile di un tavolino con tre gambe. 

Detto ciò, ciò detto, giusto tornare un attimo indietro. Al minuto 68’ di Italia-Inghilterra: lancio lungo di Bonucci, Raspadori con un difensore alle calcagna riesce a domare quel pallone con una forza quasi magnetica in controllo che ricorda quelli di Mertens, di cui ha raccolto l'eredità. Tutto quello che accadrà dopo, compreso il gol col bellissimo destro sul palo lontano, sarà una naturale conseguenza di un gesto tecnico strepitoso. 

Lampi di classe purissima. Il controllo volante con gli inglesi è uno dei tanti guizzi del classe 2000, che già a Firenze al primo ingresso in maglia Napoli aveva rubato l’occhio col sombrero a far impazzire la difesa viola. È un piccolo tesoro da custodire, proteggere, da far sviluppare. Dategli tempo, senza mettergli troppa pressione, Raspadori è fatto di una sostanza che non si reperisce facilmente sul mercato. 


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