Le nuove armi di Ancelotti: i due top-player, l’evoluzione Insigne e la qualità dalla panchina
(di Arturo Minervini) - Parola chiave elasticità. L’evoluzione di questo Napoli, il mondo che cambia a seconda delle prospettive, l’atteggiamento che muta in base alla necessità ed all’avversario. Può essere questa la grande arma di Carlo Ancelotti, lo strumento attraverso il quale questo gruppo potrà trovare nuove soluzioni e nuova linfa. Dopo aver affrontato diversi impegni con squadre complicate, si può affermare che la mutazione è ad un punto molto avanzato. Una mutazione che inizia ad avere dei riferimenti chiari, precisi, identificabili seppur con le tante rotazioni volute dal nuovo tecnico.
Chiamateli top-player. Koulibaly ed Allan rappresentano in questo momento un tesoro inestimabile, uno scheletro robusto come quello di un diamante. Il primo ad oggi al mondo ha pochi eguali nel ruolo, è migliorato nella tecnica e nelle consapevolezze della propria forza. Il secondo è ormai una sorpresa costante, perché ogni gara riesce a fare meglio di quella precedente. Uno crescita inarrestabile, una continuità sbalorditiva per un calciatore che incredibilmente continua a rimanere fuori dal giro della nazionale. Follie di un calcio che celebra sempre più l’apparenza e dimentica la sostanza di un centrocampista che da ormai due anni vive in uno stato di grazia perpetuo.
Il nuovo Lorenzo e le soluzioni alternative. Insigne continua a coltivare il suo rapporto con il gol in maniera sempre più continuativa, ultimo passo da compiere dopo qualche difficoltà realizzativa nello scorso anno. Che, soprattutto, ci sono tante soluzioni. Sia dal primo minuto, che a gara in corso. Mertens, Verdi e Zielinski che escono a gara in corso dalla panchina contro il Liverpool sono un segnale di qualità, ma anche di volontà di portare a casa la vittoria. La notizia migliore, però, è che questo percorso è appena iniziato ed il lavoro del tecnico potrà portare frutti ancor più saporiti. Servirà ancora un pizzico di pazienza e vincere quella smania che fa sbraitare in troppi quando arriva una sconfitta.