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Questa incredibile, spiazzante, depressione per il Napoli primo in classifica

di Arturo Minervini

 "Cosa succede in città” cantava Vasco Rossi nel 1985, ritornello che sembra fatto apposta per questa strana settimana post Atalanta. Il Napoli ha perso la prima gara al Maradona, ha perso una gara dopo l’unica sconfitta precedente risalente al 18 agosto sul campo del Verona. Ci poteva stare. Anche perchè, a guardarla bene, quella gara il Napoli non l’ha giocata nemmeno malissimo.

Vero, l’Atalanta ha vinto 3-0 e con merito. Ma la squadra di Conte ha mostrato comunque alcune delle sue caratteristiche, penalizzata più dai singoli che dall’organizzazione. Uno scivolone, arrivato a pochi giorni dall’esaltante vittoria di San Siro contro il Milan. E la domanda nasce spontanea: meglio due pareggi o una vittoria e una sconfitta? 

Il ko con la squadra di Gasperini ha generato una depressione spiazzante. Fomentata da chi, da troppo tempo, non vedeva l’ora di sguainare le spade e rivendicare le proprie ragioni. Non è un Napoli perfetto, non potrebbe esserlo. Non è un Napoli bello, nell’accezione sviluppatasi in città nell’ultimo decennio, e non lo sarà mai. È però un Napoli al primo posto, con tutte le attenuanti che già conosciamo. Non è una questione di voler iscriversi ad un partito invece che a un altro, si tratta semplicemente di guardare la classifica e rendersi conto che sino a qui è stato fatto un lavoro eccezionale. L’obiettivo è il ritorno in Champions, non deve dimenticarlo nessuno.


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