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Ecco la brutta copia del Napoli: tra stati confusionali e rincorse folli. Zapata e De Guzman, le copertine inedite della squadra di Rafa...

di Silver Mele

Giusto il tempo per ribadire nella conferenza pre gara che la maturità porta con se concentrazione, il giusto mix tra cattiveria agonistica e capacità di gestire la partita. Tutto ciò che al Napoli ancora manca e Benitez non ne fa mistero. A poche ore dal confronto con i giornalisti a Castelvolturno la squadra s'impantana al San Paolo: per la quarta volta in stagione avversari dal nome piccolo ma dal cuore grande così spadroneggiano per lunghi tratti, fino a sfiorare la goleada. Il giovanissimo Empoli di Sarri, ex impiegato di banca con trascorsi neanche troppo felici in Campania, porta in scena il calcio all'italiana, con un'interpretazione magistrale. Proprio come a Genova il Napoli è letteralmente asfissiato dal pressing alto dei toscani, che mordono le caviglie dei dormienti centrocampisti azzurri, per imbucare le punte sguscianti nelle praterie davanti a Rafael. La frittata in occasione del gol di Verdi fa il paio con la rete del raddoppio: sembra un'esercitazione da calcio d'angolo, con le sagome in maglia Napoli puntualmente anticipate. Tanti, anzi troppi uomini sotto tono e tutti insieme. Henrique si è immediatamente allineato alle prestazioni con Young Boys e Cagliari, Jorginho e David Lopez, più degli altri, hanno reso l'idea di quella "perdita di memoria" cui Rafa faceva riferimento nel dopo partita. In buona sostanza, senza l'opportuna copertura e la partecipazione di tutti i reparti, la difesa viene fuori per quello che vale, a maggior ragione se priva di Koulibaly. Ad alimentare il rammarico ci si mette puntualmente, anzi per fortuna, la reazione. Che questa volta è stata diversa da quella con la Samp o da quella perfino più autoritaria sul campo dell'Atalanta. Il Napoli ha risposto di forza, con i muscoli, senza fronzoli o giocate sopraffine: non a caso è toccato a Zapata lustrare ancora la sua straordinaria media realizzativa per dare una spallata all'Empoli ermetico e forse convinto di farcela. Quando poi il magone del povero Hamsik ha lasciato il posto al sorriso beneaugurante di De Guzman si è sperato che la partita potesse ancora raccontare qualcosa. Dopo il pareggio il solito forcing, testimonianza che le gambe girano il giusto, ad accompagnare il desiderio tardivo di far valere i valori della carta. Che purtroppo, ad oggi, affondano come gravati da zavorre, nelle aspettative del San Paolo. I passaggi a vuoto snaturano il Napoli, facendone la bruttissima copia di quella squadra che sa annichilire la Roma e incutere timore alle grandi. Non può bastare, pur sventolando il primato delle rimonte e la più lunga serie positiva in corso. 


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