.

L'occhio lungo dello scouting azzurro, i sani principi del presidente e l'opportunismo di Bigon: così Benitez crede ad un Napoli più forte

di Silver Mele

Il Napoli che insegue lo scudetto è chiamato ad aggiungere qualcosa allo scacchiere con il quale Rafa Benitez ha rilanciato l'assalto ai poteri forti d'Italia e d'Europa. Lo spagnolo che insegna calcio con una dedizione e un'ampiezza di vedute sconosciute a gran parte dei colleghi è anche aziendalista convinto. Per questo recita il canovaccio per il quale la squadra starebbe apposto così per il play off di Champions che vale mezza stagione. La realtà tuttavia non sfugge al tifoso attento, quello che avverte la possibilità concreta di insidiare le favorite della vigilia, a condizione che si intervenga in direzione della qualità e dell'esperienza. Lo scouting azzurro, lo stesso che aveva individuato la scorsa estate Callejon e Mertens come leve per la crescita, lavora senza sosta, riformulando su input continuo di Bigon la lista dei centrocampisti che garantirebbero a Benitez ciò che va cercando. Se è vero che Kramer non è ancora stato depennato (fu segnalato la prima volta lo scorso novembre, quando aveva nelle gambe solo tre mesi di Bundesliga), lo è altrettanto che l'obbiettivo del momento riguarda Fellaini. Il belga del Manchester United è in sostanza vicenda simile a quella che aveva accompagnato il nome di Javi Garcia: non tanto per le caratteristiche di gioco dei due quanto per la complessità degli affari. Convinti infatti gli interlocutori dell'opportunità di cedere alla formula del prestito (i Red Devils ci pensano a differenza dei mai amati cugini), l'unica che il Napoli prende in considerazione, palla velenosissima diviene quella dell'ingaggio. Quattro milioni annui per un centrocampista sono follia pura per De Laurentiis che faticherebbe finanche ad ammetterne due e mezzo. Benitez a questo punto incrocia le dita, confidando nel via libera di Van Gaal e nella compartecipazione dello United. Oltre a quella straordinaria abilità di Bigon di destreggiarsi tra gli inamovibili paletti presidenziali: se il mercato devi farlo così, opportunismo e astuta attesa devono essere doti simili a quelle di un grande attaccante. Il quarto obbiettivo in una lista della spesa della quale non ha mai fatto parte l'ex Real Diarra è il brasiliano Lucas Leiva: quello che paradossalmente alla fine potrebbe arrivare per primo, o magari in coppia con Fellaini. Il che significherebbe completare in maniera molto dignitosa il reparto che già conta su Inler e Jorginho.

Intanto c'è da vendere, per alleggerire la rosa e mettere in cassa quei quindici milioni almeno sui quali De Laurentiis sperava di poter contare. Vanno sistemati Dzemaili e Pandev mentre Britos rischia di rimanere dopo il raffreddamento delle piste russe. In attacco si attende un'offerta da dieci milioni per Vargas: solo se dovesse rimanere il Napoli penserebbe all'opportunità di liberare Zapata, ancora oggi il più vice-Higuain tra gli attaccanti in rosa.   


Altre notizie
Lunedì 29 aprile
PUBBLICITÀ