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TAGLIAVENTO TAGLIA IL NAPOLI E RICUCE IL GENOA!

di Giuseppe Giannotti

Il cuore mi “impone” questo titolo, ma la ragione mi sussurra ben altro.
I secondi tempi del Napoli sono inguardabili, fu così al debutto a Palermo, per metà tempo in casa col Livorno (grazie Lucarelli) e ieri sera a Marassi, nella Waterloo di cartellini bi-colori che ha sommerso il Napoli di Donadoni.

LA PARTITA (a modo mio): Pià e Pazienza in campo, il Pocho e Gargano in panchina: “Qualcuno ha bevuto…”
Ma lasciamo perdere, è lo spirito che conta, e questo Napoli ancora una volta, al fischio di inizio gara dimostra di averne a sufficienza. Sculli scuote il pubblico genoano al 3’, colpo di testa fuori.
Ti accorgi subito, tutti (tranne il Mister) che attorno a Quagliarella ci sono più guardie del corpo del Presidente Usa. Altro che “gabbia” attorno a Fabio, c’è un intero ZOO che lo cinge d’assedio. Ed infatti è costretto a defilarsi, va sulle fascie cercando cross per chi? Per cosa? A volte lo vedi difendere palla nella metà campo azzurra rischiando anche di farsi male, ma che importa, lì davanti ci sono Denis (!),Hoffer (!) pronti a offendere la difesa grifoniana.
Al 16’ Criscito lascia partire una bordata, volo plastico…De Sanctis c’è! Gli esterni genoani godono degli spazi lasciati dagli azzurri, Donadoni fa finta di arrabbiarsi (non c’è nessun rimedio?) bah!
Un minuto dopo ecco l’occasione che mi farebbe rimangiare il rigo poco sopra: “Pià in campo…qualcuno ha bevuto”, il folletto sudamericano si trova un rigore in movimento solo davanti ad Amelia, palla da calciare in ogni dove tranne che sul portiere, occasione bruciata (per il Napoli, per LUI e per il Mister), ancora 0 a 0.
Cannavaro (uno dei migliori) “mura” su Sculli al 23’. Maggio non spinge come sa, a volte si incaponisce e il Napoli soffre, alla fine il… mesto è lui!
DESTINO DI UNA PARTITA: Al 28’ il rosso che ti cambia la partita, i giudizi, le remore, rischia di spezzare in 2 un gemellaggio mai in bilico (che brava questa gente, che tifosi, azzurri e genovesi). Criscito commette un fallo da ammonizione, ma manda a quel paese l’arbitro in tal modo evidente che Tagliavento è costretto a buttarlo fuori. I
o ho pensato e, credo come molti di Voi: Perché rovinare una gara così bella, in 10 contro 11 ogni giudizio verrebbe condizionato, giusta l’espulsione? Va bene allora perché…. E questo forse avrà pensato anche l’arbitro, che in preda a rimorsi indelebili, sommergerà gli azzurri di cartellini gialli e rossi.
Intanto SKY manda in sovraimpressione una striscia di esilaranti battute sul mondo del calcio, una di queste dice: “Il gioco del Milan annoia così tanto, che in Giappone visto il fuso orario si addormentano 8 ore dopo”. Il tempo di un sorriso dunque che il Napoli passa in vantaggio, è il 41’ del primo tempo, IDEALE, FANTASTICO, ammazza gambe per qualsiasi avversario (non per Tagliavento), fatto stà che ancora una volta Hamsik infila in rete scartando un difensore e il portiere a fil di palo, che gol! Che peccato però “bruciare” così, come una stellina di Natale il fiuto sottorete ritrovato di Marek, peccato davvero.
La serata prende il verso giusto, uomo in vantaggio in campo, gol di vantaggio nello score e fine tempo, tutti nello spogliatoio, sarà pronto Lavezzi a dare in contropiede il colpo di grazia ai gemellati?
Macchè, tempo scadutissimo, attacco genoano, qui mi sono ricordato di una storica frase a “tutto il calcio…” alla radio del maestro Sandro Ciotti, che con la sua voce rauca durante una gara degli anni 90 urlava: “mia tua…mia tua…SUA”. E’ quello che accade tra Campagnaro e De Sanctis (invitato a uscire dal difensore azzurro), così impegnato a farlo che subìsce, riscrivo, subìsce una spallata da Sculli ( il più irrequieto) sempre a parlare con l’arbitro, NON E’ RIGORE, ma il rosso maledetto del 28’ ai danni del Genoa offuscava la mente di Tagliavento che, senza esitare indica il dischetto. Floccari infila l’insperato pareggio, il Napoli perde Campagnaro espulso, e di nuovo tutto SOTTO CONTROLLO, non è successo niente, la ripresa può ricominciare…uff…che paura vero arbitro?
SECONDO TEMPO: Si riparte, 10 contro 10…SULLA CARTA, perché il Napoli non c’è più. Che cavolo ha catechizzato nello spogliatoio il pragmatico Donadoni? Non si può vedere l’ex ala rossonera ACCASCIATO in panchina (maledette poltrone in pelle comodissime e moderne) mentre Gasperini sembra un arbitro di boxe sul ring, NON SI PUO’ VEDERE! Vuoi imitare Ottavio Bianchi? Devi avere in campo un Maradona però, altrimenti SVEGLIA questi ragazzi che si stavano sciogliendo sotto i cartellini del giudice di gara.
GRAZIATO Contini dopo appena 2 minuti (fallo da espulsione), ma la giacchetta gialla NON PUO’, nell’intervallo gli avranno detto che il penalty era una invenzione più geniale della PILA! Cerca la concentrazione il Napoli, l’atmosfera è bellissima, gran tifo, ma SOLO il Genoa sente i muscoli ribellarsi. Fabio lo vedi ansimare, crossare, è SOLO…SOLO!
Mesto SQUARCIA la difesa azzurra al 10’, grifone in vantaggio, bolide alla sinistra di De Sanctis che non accenna a nessuna parata. Donadoni si accorge che…nooo…il Napoli soffre un po’, mette in campo i MINATORI Lavezzi e Gargano, reduci dalle fatiche d’oltreoceano. Il Pocho va per i fatti suoi…anche il Napoli. 3 a 1 di Crespo (ma quanti attaccanti avevano in campo)? Rigore e 4 a 1 di Cargià, uno dei predestinati di Gasperini.
Amelia con 2 assist, giocando quasi da libero ha dato una bella mano ai compagni, anche qui la differenza di mentalità vero Mister?
UN TABU’ quello genoano così FORTE E POTENTE da permettere ai ragazzi di Gasperini di eguagliare uno storico record, risalente nientemeno che al campionato 1932/33, 3 vittorie consecutive nelle prime 3 gare, record a portata di mano…c’era il Napoli pronto a immolarsi. Altre sensazioni ve le dirò in settimana.

 


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