Borghi condanna Acerbi: "Uno di 35 anni non può permettersi questi scivoloni: è razzismo!"
Intervenuto ai microfoni di 'Cronache di Spogliatoio', Stefano Borghi, telecronista Dazn, ha parlato del caso Acerbi: "Nella giornata del 'Keep racism out' una persona va in campo, al bar, in autobus, in uno spazio privato o pubblico e dice una cosa del genere, per me veramente siamo alle soglie del non c'è più speranza. Quindi nel caso in cui l'avesse fatto, se venisse fuori dicendo: 'Ho enormemente sbagliato, non c'è giustificazione. Chiedo scusa'. Per me c'è una riabilitazione a libello di 'ti considero un essere umano con un intelletto funzionante'. Però stiamo davvero parlando di qualcosa che francamente difficile da accettare, nell'idea che possa essere successo. Sarebbe molto più difficile da accettare, perchè qua bisogna essere molto chiari. O si combattono certe battaglie, o si fanno coreografie, si fanno dei discorsi, si cerca il plauso e il fatto di essere accettati a parole. Questa battaglia, almeno per quanto mi riguarda, è da combattere senza quartiere e a spada tratta.
Però, fosse successo ad un ragazzino che non ha la più pallida idea del mondo e della storia, che non sa cosa il razzismo ha causato all'umanità, allora uno dice di prendo e ti faccio la reprimenda più grossa che subirai nella vita. Però lo comprendo, un uomo di 35 anni no! Nella società di oggi, con la cultura che abbiamo oggi, con le conoscenze che abbiamo oggi, con i problemi che abbiamo oggi, secondo me non può permettersi in nessuna situazione, anche di massimo stress, come può essere una partita di calcio professionistico, di scivolare su queste cose. E non possiamo neanche più permetterci di dire 'No, è solo ignoranza'. No! E' razzismo, perché l'ignoranza ti porta a dire delle cose ignoranti. Se tu ti permetti di prendere il colore della pelle di una persona come spunto per insultarla, denigrarla o solo anche darle fastidio, è razzismo. Il razzismo va combattutto, può essere razzismo inconsapevole, quello sì, ma è razzismo. Il razzismo non può esistere nella nostra società e nella nostra vita".