Bruscolotti: “Che non si parli di demerito delle avversarie, il Napoli ha tritato il campionato!”
A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Giuseppe Bruscolotti, ex capitano del Napoli.
Una vittoria che rischia di essere rovinata dalle voci di mercato?
“Il calcio è fatto anche di questo. È chiaro che tutti si auguravano che ci fosse un prosieguo, ma sono state fatte delle scelte e quindi non resta che rispettarle”
Quali caratteristiche dovrà avere il nuovo allenatore azzurro?
“Dovrà essere un tecnico che possa continuare nel progetto tecnico, e nella proposta, attuata da Luciano. Ogni allenatore, chiaramente, garantisce la propria impronta. Tuttavia, auspico un sistema che possa essere similare a quello di Spalletti”.
Quanto è difficile ripetere un simile campionato?
“Tante volte si parte con i favori del pronostico, e tante volte non vengono rispettati. Si fanno previsioni ma è il campo a dire la verità. Non c’è dubbio sulla necessità di difendere il titolo, ma molto dipenderà da diversi fattori. Bisognerà attendere gli sviluppi societari, e sul nuovo allenatore. Ora servirà essere tranquilli ed attendere le novità del mercato”.
Kvaratskhelia rimarrà in azzurro: quanto è importante trattenere il georgiano?
“Fa piacere. Ha detto di essere legato ad una città in cui sta benissimo. Lo stesso Osimhen ha passato la palla alla società, affermando che la sua permanenza dipende dal presidente. Sono ottimi segnali, anche se altri potrebbero andar via. C’è chi va e chi viene, ma bisogna aspettare quelle che saranno le decisioni del futuro”.
I perni imprescindibili di questo Napoli?
“Non è un discorso di uno o due calciatori. È un organico – quello attuale - che, rimanendo per nove undicesimi, avrà tutte le caratteristiche per poter ambire ad ulteriori successi”.
Il Napoli ha giovato di rivali che, in campionato, sono state incostanti ma che in Europa hanno svolto un ottimo percorso?
“Il Napoli ha tritato il campionato! Che non si dica del demerito delle avversarie, sono squadre arrivate tutte nelle finali delle rispettive competizioni. Nel calcio, come detto, si possono fare pronostici, ma è la domenica ad emettere il verdetto finale. La realtà è il campo”.
Si sarebbe potuto fare qualcosa in più per trattenere Spalletti?
“Non si tratta di trattenere. Quando ci sono esigenze di diverso tipo non ci si può esimere dal rispettarle. Non si può imporre a professionisti di continuare”.
È davvero così difficile lavorare con De Laurentiis?
“Non saprei. Non ci ho mai lavorato e non potrei esprimermi. Da quel che si dice sembra sia così, ma non è un discorso che attiene soltanto agli azzurri. La normalità sembra essere divenuta quella di allenatori che, nei vari club, restano al massimo due o tre anni a guida delle squadre”.
Nel confronto tra De Laurentiis e Ferlaino, crede che oggi Aurelio abbia superato l’ingegnere?
“Per trofei e campionato c’è ancora molto da fare (ride n.d.r). Ciò detto, il calcio di oggi è completamente diverso, nella gestione e nelle varie competizioni. Ai miei tempi, in Europa andava soltanto chi vinceva il campionato, mentre oggi la partecipazione è molto più estesa. Il calcio odierno è tanto differente da rendere impossibile ogni paragone”.