Chiariello: "Altro che bancarella del torrone... il Napoli ha programmato, le altre si sono arrabattate"
A Radio Napoli Centrale, nel corso di 'Un Calcio alla Radio', il giornalista Umberto Chiariello è intervenuto con il suo editoriale: "Qualcuno mi ha chiesto perché il Napoli sta facendo così bene, oltre ogni previsione. Devo dire che mi è sembrato un po’ dispiaciuto, checché tifoso del Napoli, perché avranno pensato di essere in fase di smantellamento, quelli che hanno ferocemente criticato De Laurentiis e adesso devono ammettere di aver sbagliato.
Perché io pensavo che il Napoli non si sarebbe ridimensionato? Ero dispiaciuto per la partenza di Koulibaly, Mertens e del mio Insigne alla quale partenza mi ero ormai rassegnato da tempo. Non ero affatto dispiaciuto per la partenza di Ospina, ho tifato contro Navas affinché Meret esplodesse, mentre su Kepa avevo i brividi. Di fondo, non ero iscritto al partito degli autolesionisti o super scettici, né catastrofisti che sono stati gli altri. L’allenatore non è nuovo, ha già fatto un percorso, Spalletti che per certi profili mi è piaciuto tanto, l’anno scorso, non mi ha convinto per niente per come l’ha gestito nei momenti topici della stagione tanto da considerarlo tra i responsabili, insieme alla squadra, per non aver vinto uno scudetto che andava vinto. L’Inter di Inzaghi non si era mostrata cannibale come quella di Conte, si è strappata lo scudetto dalla maglia ed il Milan non era più forte di noi. Pazienza, occasione sprecata. Abbiamo detto una parola di troppo l’anno scorso, che era un’occasione irripetibile, un errore che abbiamo commesso tutti, io compreso. Vicini allo scudetto, come l’anno scorso, non ci siamo arrivati mai, neppure nel 2018. Spalletti aveva comunque fatto un ottimo lavoro portando il Napoli al terzo posto, ma quali erano i motivi fondanti della mia fiducia? Una squadra la si vede dal centrocampo, ed io lo faccio partendo da degli elementi:
1. Se ci sono fuoriclasse in squadra;
2. Il centrocampo, motivo per cui la Lazio è in auge da anni;
3. L’ambiente della squadra che, francamente, mi appariva pulito anche con i Senatori.
Il dato inoppugnabile è che il Napoli ripartiva da 7/11 della scorsa stagione, in più si sono aggiunti Zielinski che ha fatto l’anno scorso la sua peggiore stagione ed era in leggera seconda fila e Meret. Quindi 9/11 della formazione base attingevano dal serbatoio dello scorso anno. Ho fatto un semplice ragionamento: non so chi è Kvara, non lo conosco, ma a me non importava, era una scommessa, ma sapevo che il Napoli aveva preso davanti Simeone e Raspadori. Quindi, se il Napoli ha Osimhen, Politano, Lozano, Elmas e si aggiungono loro due, se anche Kvara rimane un incompiuto siamo forti davanti. L’incognita è una sola: Kim saprà surrogare Koulibaly? Juan Jesus è un buon giocatore, Ostigard una scommessa. Kim l’avevo osservato con più attenzione e mi aveva dato buone sensazioni, quando ho visto la reazione dei tifosi turchi e le parole del suo allenatore, ho pensato di aver preso uno buono. Il Milan non ha fatto una grande campagna acquisti, la strategia della Juventus non mi convinceva per niente, l’Inter sembrava uno squadrone con Lukaku, ma vedevo il Napoli benissimo. Ecco perché il Napoli è andato così forte: pulendo l’ambiente, si è trovata a giocare, fin dalle prime amichevoli, bene. È bastato che Kim dimostrasse di valere Koulibaly sul rendimento e poi è esploso Kvara e lì il banco salta. Lozano e Osimhen con grande margine di miglioramento, Victor ha fatto il suo salto di qualità, merito di Spalletti, così come Lobotka. Non ci sono alchimie, o motivi di stupore, è programmazione e lavoro: mentre le altre si sono arrabattate, il Napoli ha programmato. Mi viene da ridere pensando che gli altri ci hanno definito ‘la bancarella del torrone’, forse loro ne vendono di avariato".