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Ferrara, l'ex vice alla Juve: “Nel 2009 dominammo, poi improvvisamente il Napoli ribaltò tutto”

di Francesco Carbone

Massimiliano Maddaloni, allenatore, ha rilasciato un’intervista a Kisskissnapoli.it in vista del prossimo impegno di campionato tra Juventus e Napoli.

Questa è la settimana di Juventus-Napoli. Entrambe le squadre hanno un nuovo allenatore quest’anno. Chi tra Thiago Motta e Conte ti sembra più avanti nella costruzione del proprio modo di intendere calcio?
“Sia Napoli che Juventus hanno intrapreso un nuovo ciclo, con due allenatori secondo me tra i più bravi in circolazione. Conte ha già vinto tanto sia in Italia che in Europa, e doveva riprendere in mano le ceneri del Napoli dello scudetto ed ha già fatto vedere che per qualità quest’anno può giocarsela per qualcosa di importante, ha già lo spirito giusto per andare in Champions League. La Juve ha preso l’allenatore che per caratteristiche e mentalità può ricostruire ciò che serviva dopo la gestione Allegri. Entrambi sono già sulla buona strada per tracciare il profilo della propria squadra futura”.

Entrambe le difese fanno della fisicità il loro tratto distintivo, sebbene con sistemi di gioco completamente diversi. Chi farà più fatica in questa sfida a distanza?
“Per me le squadre non si vedono nei reparti per quanto riguarda la difesa, ma soprattutto nel loro essere squadra in termini difensivi. Entrambe le squadre sembrano molto equilibrate, soprattutto la Juventus che in gare ufficiali ha subito un solo gol, ieri in Champions. Il Napoli spinge più sui duelli individuali a tutto campo con un pressing molto alto. La Juventus difende con un lavoro più di reparto, composta da calciatori con grande fisicità come Bremer che ha anche grande rapidità rispetto ai difensori del Napoli”.

Kvaraskhelia è tornato a mostrare tutti i suoi colpi, mentre la stellina Yldiz ha realizzato il suo primo gol in Champions League. Possono essere i loro talenti a decidere questa partita?
“Sono due giocatori che in assoluto possono far fare il salto di qualità alle proprio squadre, soprattutto nei big match perché possono saltare l’uomo e quindi creare la superiorità numerica in una partita così che può essere anche un po’ bloccata ed equilibrata. La parte difensiva delle due squadre sarà molto accentuata, quindi i calci piazzati e le giocate possono cambiare il corso della gara, ed i colpi dei campioni possono invertire l’equilibrio”.

Nel 2009 tu eri vice di Ciro Ferrara alla Juventus, e quell’anno gli azzurri andarono a vincere a Torino in quell’ormai famoso 2-3. Che ricordi hai di quella partita e se può essere stata quella la svolta della consapevolezza di una piazza che poteva tornare ad essere grande?
“Ricordo benissimo quella partita, io ero al seguito di Ciro Ferrara ed a un certo punto ci trovammo ad affrontare il Napoli. Era un Napoli che veniva dall’esonero di Donadoni ed era passata in mano a Mazzarri. Per quasi un’ora dominammo la gara e andammo avanti 2-0, poi improvvisamente ribaltarono tutto e finì 2-3 per gli azzurri. In qualche modo ci fece girare male la stagione, mentre agli azzurri svoltò il campionato facendo capire che in quel modo il Napoli poteva ambire a risultati importanti. Peccato per noi perché per 60 minuti giocammo molto bene, ma nell’ultima mezz’ora il Napoli mostrò la sua qualità con Lavezzi ma soprattutto con Hamsik che ci fece due gol e riuscirono a vincere la partita”.


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