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Garics pragmatico: "Napoli primo di un punto? Basterebbe anche quello per lo Scudetto"

di Arturo Minervini

A "1 Football Club", programma radiofonico  in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Giorgy Garics, ex giocatore di Napoli, Atalanta e Bologna. Di seguito, un estratto dell'intervista.

Al momento secondo lei difendere è diventato più complicato con queste regole arbitrali?

“Secondo me tutta la situazione negli ultimi anni ha reso il difendere più complicata. A me comunque é tutto a favore della bellezza del gioco. Mentre prima non veniva detto niente a chi toccava la palla con il braccio, ora il difensore deve andare con le braccia dietro la schiena. Questo fa perdere l’equilibrio, rende il movimento più difficile al difensore. Oggi si discute con il Var, non è più discutere dell’errore umano? Io sono a favore della tecnologia, ma ci vogliono delle regole uguali e ben precise, altrimenti esce fuori un insalata e i tifosi si stancano”.

Si aspettava un Napoli capolista?

“Mi aspettavo con l’avvento di Conte, avendolo anche avuto. Ovviamente rispetto a quando l’ho avuto io si é evoluto, é migliorato. Quindi non mi aspettavo nulla di diverso, sulla mano, sulla presenza, sul lavoro di Conte. Sicuramente una mano la da anche il fatto che il Napoli ha un’intera settimana per preparare le sfide. Quindi si può arrivare fino in fondo, ma ancora è lunga. Si stanno gettando le basi per un futuro roseo. In ogni caso la classifica é corta, sono tutte lì le squadre e questo agevola perché magari si tolgono punti a vicenda. Comunque il Napoli è avanti e anche un punto può bastare per vincere lo scudetto”.

Che ne pensa della situazione Kvara?

“Io lo vedrei più in in ottica dell’allenatore che esalta la squadra, non le individualità. Conte rende partecipe tutto i giocatori. Una conseguenza sarà che quando tutto inizierà a girare anche Kvara inizierà a rendere benissimo. Comunque io credo che tra i numeri di un singolo e quelli di un gruppo io preferisco quelli di un gruppo. Il primo anno Kvara era la sorpresa e ed é sempre difficile affrontare un giocatore che hai potuto analizzare poco”.

Secondo lei perché a Gasperini non viene riconosciuto lo status di grande allenatore?

“Secondo me non lo riconosce solo chi non capisce nulla di calcio. Chi accende la tv ed è rimasto al Milan di Berlusconi non capisce il lavoro che sta facendo un allenatore che ha reso grande una squadra, senza che questa spendesse miliardi”.


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