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Garlando: "Questo Napoli come il Milan di Sacchi, suscita lo stesso sentimento negli avversari"

di Antonio Noto

Luigi Garlando, giornalista e scrittore, è intervenuto a Radio Marte in 'Marte Sport Live': "Il Napoli si è confermato anche in Europa, per me è corretto il parallelismo con il Milan di Sacchi degli anni 80, allora come oggi il sentimento dominante negli avversari è lo stupore, lo stesso che accompagnò quel Milan. Si stanno usando le stesse parole per questo Napoli, marziani, mostri, non italiani. E' bello sottolineare questo stupore dell'Europa, di Benitez, di Klopp e del tecnico dell'Eintracht Glasner. Credo che questo Napoli per età e identità fortissima di gioco può andare avanti negli anni, con ritocchi e cambi di qualche giocatore, c'è la struttura per aprire un ciclo. Certo il paragone col Milan diverge in un punto nodale: i rossoneri dell'epoca avevano il potere di non cedere i big, oggi il calcio italiano non può permettersi di rifiutare le offerte dei ricchi club d'Europa. Però si può fare un ciclo anche con la mentalità di Giuntoli e con la gestione attuale del club. E' enorme che oltre ai risultati questo Napoli regali l'estasi di gioco, va apprezzato il lavoro immenso di Spalletti e i tifosi devono godersi questo splendido presente. Il Napoli è un modello in serie A di riferimento per il modo moderno e propositivo di giocare? Assolutamente, per me è una battaglia personale, io spero sempre che l'italianismo nel calcio passi dall'essere difesa e contropiede per diventare creatività e gioco propositivo. Non apprezzo gioco e mentalità che ha, senza nascondersi, la Juventus di Allegri. Quando sento dire che per divertirsi bisogna andare al circo vado matto, ben venga questo Napoli dunque. Inoltre Sacchi diceva una cosa sacrosanta: quando c'è una squadra al comando che propone questo calcio anche le altre me traggono vantaggio. Quando il suo Milan trionfava negli anni a seguire hanno vinto anche le altre italiane perchè si adeguavano. Nei 9 anni in cui ha vinto la Juventus le altre italiane non hanno vinto niente, forse non è un caso..."


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