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L'arbitro Doveri annuncia al Cds: "Fischieremo falli, non contatti. Uniformiamoci alla Premier!"

di Redazione Tutto Napoli.net

Intervistato dal Corriere dello Sport, l'arbitro romano Daniele Doveri spiega anche la novità dell’arbitraggio nel campionato che si apre: "Discernere di più il fallo dal contatto di gioco. E fischiare solo il primo. Giocheremo all'inglese? Non dipende solo da noi. L’indicazione è quella di non sanzionare tutti i contatti di gioco, ma l’obiettivo di uniformarci al calcio inglese deve essere condiviso da tutte le componenti. Io non entro in campo col proposito di fischiare poco o molto. Devo mettermi in connessione con la partita e con il modo in cui la interpretano i calciatori. Sono loro alla fine che decidono quanti falli devo fischiare. L’anno scorso ho arbitrato gare fischiando dodici falli, ma in Genoa-Udinese ho fermato il gioco quarantotto volte. Se lascio giocare un contrasto duro, e mi ripeto, e poi la terza volta si spaccano una gamba, vuol dire che non sono sintonizzato con la partita. Se invece lascio andare qualche contatto vigoroso e percepisco che i calciatori accettano di confrontarsi fisicamente, ma in maniera leale, allora posso proseguire".
 
Meno rigori? Nelle ultime tre stagioni siamo passati da 187 a 150, a 140. Si scende ancora?
"Sul numero non scommetto, perché non siamo noi a fare il gioco. Ma certamente cercheremo di avere ancora più discernimento tra ciò che è fallo e ciò che è contatto". 
 
Sulle proteste della panchina: "Chi protesta in modo istintivo e misurato sarà compreso, come sempre. Perché la frustrazione fa parte della psicologia del gioco e impone tolleranza. Chi prova a farti pressione in modo sistematico va invece avvisato con il cartellino. Prima giallo. Ci sarà più attenzione a questi atteggiamenti, soprattutto sulle panchine. Ci sono allenatori che escono dall’area tecnica per dare disposizioni in campo e magari si agitano perché il climax della partita è alto. Ma chi si fa avanti per venti metri, con l’aria minacciosa di chi non ci sta, non può essere tollerato".


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