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L'ex arbitro Marelli: "Chi fa partire i giocatori sa che la situazione non si rimetterà in sesto..."

di Redazione Tutto Napoli.net

In diretta a ‘Punto Nuovo Sport Show’, trasmissione in onda su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Luca Marelli, ex arbitro: “Sono passati 28 giorni, diventa veramente pesante nonostante non sono uno che si abbatte. Non sono un medico, un virologo, nulla, ma qui non si vede una luce. Abbiamo vissuto un paio di giorni in calo, ma ieri abbiamo avuto l'ennesima mazzata. Resta il fatto che non è facile perché siamo isolati da un mese e ciò che mi lascia più stupefatto è che secondo alcune teorie, tra quattro settimane si può ricominciare ad allenarsi e tra sei a giocare. Quando sento certi ragionamenti non so se piangere o ridere, ma questa gente dove vive? Venissero a farsi un giro in Lombardia. La realtà è che dobbiamo cominciare a pensare quali saranno le conseguenze, se in Serie A magari le società ce la fanno, in Serie B già ne saltano 5-6, figuriamoci in Serie C dove la gente ci vive con quel che fa. Virologi, medici e scienziati non sanno dare una parvenza di previsione, non sanno quando sarà il picco e noi siamo qui a pensare quando riprenderanno gli allenamenti. Ma secondo voi società strutturate come Juventus, Inter, lasciano partire giocatori a caso? Evidentemente sanno che la situazione non si rimetterà in sesto. Mettiamoci in testa che quello che c'è da programmare adesso, è come uscire da questa situazione nella maniera più indolore possibile".

RIPERCUSSIONI E ARBITRI - "I più giovani andranno in difficoltà, manca non solo il campo, ma anche il lavoro. Per quanto riguarda i più esperti, non avranno grandissimi problemi, sicuramente hanno qualche risparmio da parte. Sicuramente non saranno in grande forma quando rientreranno, ma sono a casa ad allenarsi, come qualsiasi altro atleta. Pensiamo a gente come Guida, Maresca, Carbone che hanno passato quarantene di due settimane per il terrore di essere stati contagiati e con il terrore di poter contagiare la famiglia. Gli arbitri vengono menzionati solo per gli errori, ma di queste situazioni non frega niente a nessuno. A me non interessa di un giocatore positivo, chi se ne frega, sono persone come altre. Ci sono 700 morti al giorno, non mi interessa di persone che fanno il tampone, stanno bene e fanno video. In Italia la mortalità è più bassa della Cina, circa dell'1%, non mi fiderei troppo dei dati che arrivano dalla Cina. La realtà è che ci sono modi di catalogare i morti, in maniera diversa".


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