Martino: “I 20 anni di ADL sono stati la salvezza, uno dei pochi imprenditori puri nel calcio”
Su CRC, radio partner della SSC Napoli, è intervenuto Carmine Martino, radiocronista ufficiale delle partite del Napoli: “I vent’anni dell’era De Laurentiis sono stati la salvezza. Il Presidente del Napoli, anche se ha un bel po’ di difetti, ha dimostrato di essere un grande presidente. I ricordi più belli sono legati ai successi. Come fai a non ricordare il primissimo posto e la trasferta di Udine? Ho ancora stampato nella mente minuto per minuto. Le emozioni più forti, però, le ho vissute all’estero come la Supercoppa a Doha contro la Juventus con un Higuain scatenato. Poi, qualche vittoria a Torino: sono quelle che ti lasciano qualcosa dentro.
Ancelotti secondo me aveva ragione al Napoli, ma non è stato seguito ed è stato più sfortunato di Antonio Conte. De Laurentiis questa volta ha ascoltato Conte e ha acquistato i giocatori che ha indicato il tecnico. Allenatore flop? Mi viene in mente solo Donadoni, perché, forse per colpe non sue, è stato l’unico che ha dato veramente un “contributo zero" alla causa napoletana. Ancelotti, anche se ha ottenuto dei risultati non all'altezza del suo livello, rimane comunque un grandissimo allenatore.
De Laurentiis parla sempre del calcio proiettato nel futuro. Su alcune cose ha ragione: se ci sono le cinque sostituzioni e la rosa allargata è anche merito suo. Bisogna ricordare De Laurentiis non solo per le vittorie, ma anche per le sconfitte che fanno male, come la partita di Avellino al primo anno della sua presidenza quando non riuscì a conquistare la promozione.
Il calcio ormai è un'impresa. Molti tifosi commettono ancora l’ingenuità di sognare con il calcio, pensando che sia ancora quello che abbiamo masticato da ragazzi, ma non è più così. C’è poco da fare, bisogna seguire le regole del mercato. De Laurentiis lo fa bene ed è uno dei pochi imprenditori puri nel mondo del calcio, ottenendo grandi risultati e mettendo a confronto con altre società internazionali.
Match contro il Cagliari? È stato sempre difficile in Sardegna, specialmente dopo quello spareggio per rimanere in Serie A contro il Piacenza. C’è rivalità tra le parti e in queste partite si gioca a livelli agonistici elevati, ma sono sempre match bellissimi.
Giocatore napoletano più sottovalutato in città? Antonio Juliano veniva contestato. Si diceva che non sapeva tirare e non sapeva tenere la palla, ma è stato un giocatore eccezionale, soprattutto per il fatto che in quelle stagioni c’erano dei super-campioni come Mazzola e Rivera. Infatti ha dovuto faticare per trovare un posto in nazionale.
4-2-3-1? Anche io ci penso, ma ritengo che Conte andrà avanti con le sue idee e vorrà rendersi conto degli equilibri della squadra con Lukaku in campo, per poi trarre delle conclusioni”.