Maspero: "A Torino sfida più difficile per il Napoli, gli azzurri hanno bisogno di vincere"
A '1 Football Club' su 1 Station Radio, è intervenuto Riccardo Maspero, allenatore ed ex calciatore del Torino.
Che gara sarà tra Torino e Napoli? “Non sarà una gara semplice anche se, a mio avviso, visto il momento potrebbe essere una sfida più difficile per il Napoli. Il Torino non ha la stessa esigenza di recuperare punti, e credibilità, che invece hanno gli azzurri. C’è da ritrovare un Napoli ad alti livelli che, in questa stagione, tutti si aspettavano”.
Con l’arrivo di Mazzocchi tutti parlano di 3-5-2. Tuttavia, non è così facile cambiare modulo a campionato in corso…“È difficilissimo, anche se, indubbiamente, si acquistano giocatori congeniali al modulo. Può essere un modulo che i calciatori conoscono, ma servirà sempre del tempo per far sì che la squadra acquisisca i nuovi movimenti. Altrimenti, sarebbe valido tutto e il contrario di tutto”.
Di cosa ha bisogno il Napoli per tornare a brillare? “Ha bisogno di vincere! C’è da ritrovare continuità anche nel gioco. Sono dell’idea che bisognerebbe riuscire a dare una identità alla squadra, tornare a farla giocare bene. Se non si ha neanche il gioco, oltre ai risultati, non c’è nulla su cui fare affidamento e si rischia di esaurire energie nel ricercare qualcosa nelle situazioni negative”.
Quando un giocatore vive un momento di difficoltà, come Kvara, il suo umore può influire anche sulle prestazioni? “Le qualità del calciatore non si discutono. Quando, però, non si riesce a realizzare, un giocatore può andare in difficoltà. Tutto diventa più difficile”.
Buongiorno è già pronto per squadre che ambiscono a traguardi importanti? “Sinora ha saputo distinguersi per struttura e intensità, ma ha ancora molto da dimostrare. Prima, per approdare in un top club, bisognava dimostrare di essere pronti ed era necessario distinguersi in diverse stagioni. Oggi, invece, bastano quattro o cinque partite per un rinnovo di contratto e per essere sui taccuini di squadre importanti. Serve l’esperienza ed il tempo di poter sbagliare. Quel tempo che, nel calcio odierno, sembra sempre ridursi”.