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Meluso, l’amico ds Gasparin: “Persona intelligente, saprà sfruttare l’occasione data da ADL”

di Francesco Carbone

A Radio CRC nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” è intervenuto Sergio Gasparin, dirigente sportivo e amico del direttore sportivo del Napoli Mauro Meluso: “29 maggio 1997 vincemmo la Coppa Italia contro il Napoli quando ero a Vicenza e resta il traguardo storico più importante della storia del club. In quella finale di Coppa Italia non c’era un nostro giocatore importante che era squalificato. È una serata che ognuno di noi rivive con tantissima nostalgia, ma con grande fierezza. Per il Napoli vincere una Coppa Italia è importante, ma si presenta di anno in anno, ma per il Vicenza è irripetibile. Essere riusciti a vincerla dopo aver superato il Milan e poi il Napoli in finale è un traguardo di cui andiamo fieri.

Meluso? Lo conosco bene dai tempi che era direttore sportivo del Padova. Ci fu occasione più volte di parlarci su varie situazioni di interessi o situazioni di mercato. Se è l’uomo giusto per questo Napoli campione d’Italia? Non dimentichiamo che quando Giuntoli venne preso dal Napoli, arrivava da Carpi, poi sappiamo tutti che tipo di lavoro ha fatto a Napoli. Meluso è una persona intelligente e saprà sfruttare questa occasione che gli è stata offerta da De Laurentiis.

Il ruolo che ricoprirà Meluso? Oggi siamo in una realtà nella quale nessuno fa più niente da solo. Quindi arrivare ad un risultato assieme è un imperativo rispetto alla società nella quale viviamo. Nessuno, neanche Giuntoli faceva le cose da solo. Aveva uno staff di riferimento e un gruppo di collaboratori che lavoravano con lui ed è giusto così. Ogni leader nella decisione finale si ritrova a decidere, ma farlo con informazioni che gli vengono portate da persone di fiducia facilita il compito del leader. Credo che Meluso abbia espresso una realtà imprescindibile nella realtà odierna.

Serie A più semplice per i dirigenti? Il calcio è sempre stato difficile in ogni stagione sportiva. Oggi chi ha l’opportunità di arrivare in un club come il Napoli ha meno difficoltà nel lavorare rispetto a situazioni diverse. È aumentato solo il divario tra i grandi e i piccoli club”.


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