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Moggi: "Se hai Higuain che segna 36 gol e finisci lontano dalla prima, c'è un difetto anche nell'allenatore"

di Redazione Tutto Napoli.net

L'ex dirigente di Napoli e Juventus Luciano Moggi ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Bwin, parlando anche del Napoli di Maradona e del momento attuale degli azzurri:

Squadre stellari per il calcio mondiali a fine anni ’80. Com’era la gestione di un fuoriclasse come Diego Maradona? Ci parlano suoi ex compagni di giocate incredibili con cui il Pibe de oro illuminava gli allenamenti. E’ vero che poi si trascinava dietro tutto lo spogliatoio, e che le chiedesse aumenti anche per gli altri giocatori del Napoli?

No, questo non è mai successo. Praticamente, diciamo che Maradona aveva a cuore la sorte dei compagni. Perché Diego – al di là di quello che si dice – è stato sempre una persona di cuore. Amava Napoli e i giocatori azzurri erano per lui sacri. Avrebbe fatto tutto il possibile, ma l’unica cosa che faceva per fargli prendere premi, è che certe volte vinceva le partite da solo.

Le chiediamo un giudizio sul Napoli degli ultimi anni che con Mazzarri, Benitez e Sarri è diventata una squadra di alto livello nel nostro campionato. Un po’ di merito lo condividiamo a tutti e tre i tecnici?

Io credo che il merito sia della società che ha portato il Napoli dalla serie C alla serie A, cioè il merito è per De Laurentiis e Pierpaolo Marino, che ne era il direttore. Questo credo che sia indiscutibile come merito. Poi ovviamente anche agli allenatori, però io quando si è in possesso di un giocatore come Higuain che segna 36 gol in un campionato l’anno scorso, e si finisce a 20 punti dalla prima (i punti di distacco sono stati in realtà 9, ndr), io credo che ci sia un difetto anche nell’allenatore. Magari mancanza di esperienza. Adesso se guardate il Napoli di ora e la paragonate con la Juventus, si nota un’inversione di rotta da parte dei partenopei. Partiamo dalla difesa e da Koulibaly, fortissimo perché agiva nei 20/25 metri. Adesso lui deve agire nei 60/70 metri ed è meno forte, come ha dimostrato nella partita con la Roma. Il centrocampo, che bastava verticalizzasse un passaggio anche di 30 metri e c’era all’appuntamento Higuain che la metteva in porta. Adesso che manca il giocatore che davanti può concludere le azioni del centrocampo, si viene a notare un qualcosa di strano che capita alle formazioni che non hanno appunto un Ibrahimovic o un Higuain che allungano le squadre nell’area avversaria. Per attaccare ora con i Mertens, i Gabbiadini e gli Insigne fanno più fatica, e creano dei vuoti a centrocampo in cui si insinuano gli avversari per dei contropiede devastanti. Se hanno preso 9 gol in tre partite penso che questo sia il loro problema principale, compresi difesa e portiere, autori di qualche svarione di troppo. La Juventus al contrario ti prende Higuain e cosa fa, incute timore a tutte le difese avversarie, ed ha un giocatore che oltre a allungare la squadra a centrocampo nell’area di rigore avversaria, sa anche ritornare ad aiutare la difesa. Non solo, anche a farla ripartire con un passaggio come è successo a Lione quando lo ha fatto con Cuadrado ed ha originato il gol. Quindi Higuain è un giocatore completo che al Napoli è venuto a mancare, ed è venuto a rinforzare la Juventus in un reparto d’attacco che, con Dybala, è di tutto rispetto. Per cui queste cose vanno nel campionato italiano a portare una squadra a distanza dall’altra. Possiamo dire che il Napoli ha preso 94 milioni, possiamo dire che la Juventus ha preso oltre 100 milioni di Pogba. Però in tutta franchezza, si è rinforzata la Juventus indebolendo il Napoli. Su questo non c’è dubbio. Il Napoli di adesso è un po’ in regresso, e faticherà molto specialmente nelle partite in casa. Non so se possa finire secondo in classifica, perché la Roma probabilmente è la meno peggio, non dico la meglio di quelle che possono seguire la Juventus a distanza


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