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Pres. Serie A: "Leggi di buonsenso su rateizzazioni, altrimenti club rischiano sequestri"

di Redazione Tutto Napoli.net

Il presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, ha parlato in Commissione Bilancio al Senato soffermandosi sul tema della rateizzazione delle tasse per lo sport e per il calcio: "Se non si interviene con leggi di normale buonsenso, rischiamo di avere centri sportivi sequestrati e chiusi per mancato adempimento della rateizzazione. Nessuna sanatoria sia chiaro, ma anche le tempistiche devono essere chiare. Tutte le società vogliono essere messe in condizioni di farlo senza essere sanzionate", le sue parole riportate da Calcio & Finanza.

Il numero uno della Lega poi continua: "Vorrei partire nel mio intervento sottolineando tre aspetti distinti: analisi di alcuni dati di contesto riferiti alla gravissima crisi di liquidità e alla mancata erogazione di ristori per il settore dello sport e del calcio in particolare. In seguito analizzerò l’articolo 13 evidenziandone come non sia sufficiente a risolvere i problemi del settore sport. Da ultimo spiegherò come e perché sia importante intervenire in questo momento per arginare una situazione di difficoltà evidente.

Nel calcio professionistico si vedono due situazioni ben distinte: il calo drastico delle entrate, con percentuali molto significative, e come, dal 2018, con il divieto di avere come sponsor agenzie di scommesse siano venuti meno oltre 100 milioni di introiti per le società. La pandemia ha poi causato una grossa crisi di liquidità sia per quanto riguarda l’entità delle perdite, sia per il -60% registrato alla voce “ricavi da stadio” per le tre leghe professionistiche, tutto questo aggravato, in sede di bilanci, dalle spese dovuti ai salari e ai contributi. Un calo dei ricavi di cosa larga scala ha portato a meno liquidità di cassa per far fronte ai pagamenti.

Diversamente da altri paesi europei, in Italia, dal 2020, lo sport nazionale non ha beneficiato di alcun aiuto da parte dello Stato, a differenza di altri settori. A esempio, il cinema ha beneficiato di oltre 4 miliardi di euro, il turismo di 7. Non c’è nessuna lamentela da fare per gli aiuti arrivati a questi settori, ma è singolare come per lo sport non si sia provato in alcun modo a rimediare, visto che le grandi dimensioni delle società hanno di fatto escluso queste da poter richiedere risorse. Invece, nel turismo, società da oltre 50 milioni di fatturato sono state inserite in un fondo ad hoc per poter accedere al ristoro che gli spettava. Nel cinema un credito d’imposta, per le spese dovute al Covid, senza nessun limite, per il calcio le società con oltre 100 milioni di fatturato sono state escluse a priori.

L’unica misura che è spettata al calcio è stata quella di sospendere il pagamento dei tributi verso lo Stato che ha permesso di risolvere, solo temporaneamente, il problema della liquidità. Misura ragionevole che ha visto intervenire il legislatore per ben quattro volte, di cui l’ultima nel DL aiuti-quater. Per quanto riguarda l’articolo 13, riteniamo che sia insufficiente perché abbiamo sospeso i versamenti per nove mensilità, ma adesso si pretende di ricevere tutti i pagamenti arretrati. Una cosa irragionevole visto che si è deciso, arbitrariamente, che il periodo di ripresa è di soli tre mesi. Gli impianti sportivi sono stati portati al 100% della capienza ad agosto con la Serie A, complice il Mondiale, che ha potuto sfruttarli fino a metà novembre.


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