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Si gioca troppo? Mauro controcorrente: "No! Allora i calciatori si riducano gli stipendi"

di Francesco Carbone

"Protesta esagerata. Si può giocare meno tagliando gli stipendi". Massimo Mauro dice la sua su uno dei temi del momento, le polemiche per il calendario ingolfato, che hanno portato anche alla protesta formale delle leghe europee e dei sindacati dei calciatori nei confronti della FIFA. Intercettato da la Repubblica, l'ex centrocampista di Udinese, Juventus, Catanzaro e Napoli, interviene controcorrente rispetto a diversi calciatori di oggi: "Andrebbe benissimo giocare una ventina di partite in meno, a patto però di guardare il rovescio della medaglia e abbassare anche gli ingaggi".

Per Mauro, le troppe partite di oggi sono un problema relativo, nel contesto generale: "Non voglio fare populismo - prosegue nell'intervista rilasciata al quotidiano romano - ma quando sento di ingaggi da 3-4 milioni solo per un buon campionato, ci sta una certa indignazione. Anche ai miei tempi ci si faceva male, ma adesso le rose sono da 30 giocatori e ci sono cinque sostituzioni a partita. Basta parlare di calcio come lavoro usurante, non vedo tutta questa sofferenza".

L'obiettivo, sostiene Mauro, che assicura come gli allenamenti siano anche più pesanti delle partite, è trovare un nuovo equilibrio tra calendario e guadagni: "Si gioca troppo? E allora mettiamo un freno alle infinite e remunerative trasferte intercontinentali per le amichevoli estive".


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