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Sorrentino: "Conte anti-cinematografico, lui non recita. Scudetto? Temo solo la Juve"

di Antonio Noto

Paolo Sorrentino, regista premio Oscar e grande tifoso del Napoli, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport.

Maradona cosa direbbe di Kvaratskhelia? "Ne parlerebbe bene, gli assomiglia. Vagamente…".

A proposito di miracoli, come ha fatto un uomo rigido come Conte a conquistare in pochi mesi una città senza regole come Napoli? "La ragione è proprio questa. Mi sembra un uomo molto serio: non fa proclami, non va in scena. Nel calcio e nella politica, si va troppo in scena e si diventa poco credibili. Lui non ci va. Se dice una cosa è perché la pensa davvero, non perché deve provocare, alludere o far ridere. Questa serietà, in un mondo dove molti giocano a chi la spara più grossa, diventa determinante. Non è recitante, non finge. E questo suo modo di essere viene apprezzato e rispettato. È anti-cinematografico e per noi è una risorsa: non a caso siamo primi in classifica".

L’Inter è la vera antagonista? "Io temo sempre e solo la Juve: è sempre la più pericolosa, anche quando è a metà classifica. Non si sa come, ma poi riesce a risalire".

Il Napoli di Spalletti è stato “la Grande Bellezza”. Parthenope si può collegare a Conte? "Dietro l’atteggiamento serio e sbrigativo, Conte nasconde una dimensione sentimentale molto forte. Quindi in questo senso c’è una attinenza con il film. Però il Napoli legato alla “grande bellezza” lo riporterei a Sarri. Senza vincere lo scudetto, ci ha fatto vedere delle cose incredibili. Mertens centravanti è stato rivoluzionario. In quei tre anni mi sono divertito molto. Per carità, lo scudetto è stato bellissimo, ma da spettatore mi emozionano i gol, vorrei vederne sempre tanti".


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