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Trevisani smaschera Mourinho: “In Spagna tutta la sala stampa uscì, in Italia può fare tutto”

di Francesco Carbone

José Mourinho ha parlato in portoghese nell'intervista a Dazn al termine di Sassuolo-Roma 1-2. Il giornalista Riccardo Trevisani, ai microfoni di Cronache di Spogliatoio, ha criticato il comportamento dello Special One e dei media e svelato un aneddoto su quando allenava il Real Madrid: “Trovo veramente poco geniale e molto poco elegante perchè dovresti parlare con i tuoi tifosi e con i giornalisti e quindi non è bello farlo in un’altra lingua, soprattutto facendo passare il messaggio che sia stato punito per qualcosa che non era grave. In realtà quello che ha detto sabato era obiettivamente grave, soprattutto è il pulpito che fai fatica a comprendere. Non è che stiamo parlando di un master di eleganza, dure che Berardi non è elegante lo può fare Claudio Ranieri che è un allenatore abbastanza elegante. La panchina della Roma e Mourinho in generale lo sono di rado e quindi dire ad un altro che non è elegante se non sei elegante non è elegante.

Non c’è da ridere se parla portoghese, c’è da stigmatizzare. Quando prima di Real Madrid-Barcellona, del Clasico di una dozzina di anni fa andammo a Valdebebas, Mourinho decise di fare il guizzo che faceva anche a Milano, cioè di mandare Beppe Baresi al posto suo in conferenza stampa per fare una delle sue mosse di comunicazione. In quella occasione dalla porticina di Valdebebas entrò Aitor Karanka, ex difensore del Real Madrid. Noi eravamo circa 70 persone, arrivate da Australia, Brasile, Italia, molti ovviamente dalla Spagna, ad assistere alla conferenza di Mourinho e non di Karanka.

Quando è comparso Karanka dalla porta di Valdebebas e si è seduto noi ce ne siamo andati. Tutti via dalla conferenza stampa, non rimase neanche un giornalista. Questo per dire che probabilmente quando una persona del mondo del calcio si permette di fare determinate cose, lo fa perchè sa che lo può fare. E Mourinho in Italia lo può fare, in Spagna non l’ha potuto fare perchè c’è stata una reazione diversa da parte dei media. Dovrebbero essere i media a stigmatizzare quello che non va bene. Se invece tutto quello che arriva viene preso per buono e allora vale tutto e facciamo un altro mestiere”.


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