ITALIA (4-4-2): Buffon 6.5, Panucci 7, Cannavaro 6.5, Nesta 7, Maldini 6.5, Zambrotta 7, Tommasi 7, Di Biagio 6.5 (24' st Gattuso sv), Doni 6 (19' st Di Livio sv), Totti 7.5 (29' st Del Piero sv), Vieri 7.5. (22 Toldo, 12 Abbiati, 4 Coco, 15 Iuliano, 23 Materazzi, 6 Zanetti, 18 Delvecchio, 9 Inzaghi, 20 Montella). All.: Trapattoni 7.
ECUADOR (4-4-2): Cevallos 6, De La Cruz 6, Hurtado 5, Poroso 5, Guerron 5, Mendez 6, E. Tenorio 5 (14' st Ayovi sv), Obregon 5, Chala 6 (41' st Asencio sv), Aguinaga 5.5 (1' st C. Tenorio 6), Delgado 5.5. (12 Ibarra, 22 Viteri, 8 Gomez, 17 Espinoza, 14 Burbano, 21 Sanchez, 9 Kaviedes, 13 Fernandez, 18 C. Tenorio). All. Gomez.
ARBITRO: Hall (Usa) 6
MARCATORI: 7' pt e 27' pt Vieri
NOTE: ammoniti Poroso, De la Cruz e Chala per gioco falloso, Cannavaro per comportamento non regolamentare. Angoli: 8 a 4 per l'Ecuador. Recupero: 1' e 2'. Spettatori 35.000.
L'attesa è durata molto, ma questo Mondiale è cominciato nel migliore dei modi: la vittoria per 2-0 sull'Ecuador ci permette di guardare con fiducia al resto della fase qualificatoria. L'Italia è partita con il piede giusto. Del resto Trapattoni lo aveva detto: il rischio più grosso che corriamo è quello che la partita si addormenti. L'Ecuador avrebbe avuto buon gioco a quel punto ad attendere sornione il momento giusto per cercare di piazzare la zampata. Non è stato così: la pressione azzurra è stata alta sin dal primo minuto e il primo gol di Vieri al 7' ha subito rovesciato la logica dell'incontro. A quel punto è stato l'Ecuador a dover uscire dal suo guscio per cercare di mettere in difficoltà l'Italia, ma questo non è compito facile, specialmente per uno schieramento come quello ecuadoriano che è partito per fare un'altra partita e che in avanti non ha la velocità e gli spunti per mettere in difficoltà i nostri. E infatti è stata l'Italia ad avere buon gioco potendo aspettare l'Ecuador e colpire con un contropiede da manuale, ancora con Vieri. Il secondo tempo è partito al rallentatore, con un Italia che non aveva motivo di spingere e un Ecuador che faticava a trovare lo stimolo a cercare di scardinare la troppo impenetrabile difesa azzurra. Trapattoni faceva di necessità virtù e, nell'indecisione generale, a partire dal 19' cominciava a far rifiatare i suoi con tre sostituzioni (Di Livio per Doni, mai molto brillante, Gattuso per Di Biagio e Del Piero per Totti). Gattuso e Di Livio a centrocampo erano il sigillo definitivo sul risultato al quale, comunque, anche l'Ecuador sembrava rassegnato da tempo. Da sottolineare infine come non avesse torto Trapattoni a preoccuparsi del terzino destro Ulisses De la Cruz. Dai suoi scatti improvvisi e dalle sue discese in profondità sono nate le azioni più pericolose degli ecuadoriani. Buono l'esordio per tutti, dunque, Trap in testa.