"Sì, è vero. Avevo una bottiglietta d'acqua benedetta. L' ho aperta tra le mani, e proprio allora Totti ha colpito il palo...". Trap, ma non conveniva versarne di più? "Si vede che doveva andare così". E' andata così, ovvero male: anche al di là dei demeriti. E il giorno dopo di Giovanni Trapattoni, con quella qualificazione diventata sfuggente proprio quando pareva raggiunta, è fatto di tante sensazioni. Dall'orgoglio alla rabbia, tutta la gamma di emozioni che può provare un sessantatreenne sotto tiro: della sfortuna "ma tante altre volte la sorte ci è stata amica", di un guardalinee "io però non voglio attaccarmi all'arbitraggio, anche se quello che è successo è sotto gli occhi di tutti". E della critica: e qui il ct è meno tollerante. "Signori - risponde a chi gli chiede spiegazioni per le sue scelte - voi dovete scrivere, dovete affermare dei concetti, dovete fare delle domande: siete in tanti a dovere parlare. Ma io non sono nato ieri, faccio questo lavoro da 25 anni: e so benissimo che se avessi schierato i miei nell'altra maniera, mi avreste chiesto conto dell'opposto. E comunque non sono rimbecillito, se volete vi apro un taccuino e vi faccio vedere che tutte le ipotesi che voi state facendo, io le ho analizzate la notte prima della gara. E per ognuna c'era sempre una controindicazione. Qualcuno scrive 'Trap vattene'? Sono vaccinato, e poi questa panchina mi piace ma...". Insomma, può vivere bene anche senza. Ma lui giacchè c'è puntualizza fino in fondo. "Comunque, volete capire che i moduli non contano niente, che di queste cose si parla solo in Italia? E che io con l'eclettismo tattico di Panucci ho modo di schierare la squadra in una certa maniera e di modificare immediatamente le cose?". Dallo sfogo emerge un dato: il ct non è pentito, ed è fiducioso per la gara decisiva con il Messico. "La partita con la Croazia è stata meno brillante di quella con l'Ecuador, ma è stata comunque buona. Il trequartista? Ieri anche con le due punte ed il centrocampo a 4 il gol l'abbiamo fatto: e per la verità anche altri due, ne abbiamo segnati. In Italia dobbiamo sempre disquisire su tutto: ma la Francia campione del mondo ha giocato con tre punte ed ha perso ugualmente. Un'altra cosa voglio precisare: non dite che vi ho dato la formazione sbagliata apposta, perchè in realtà io alla vigilia ve l'avevo detto che poteva succedere di tutto". E di tutto è successo, non solo in termini di formazione. Ora la qualificazione è legata ad una vittoria con il Messico, la prima delle sfide ad eliminazione diretta. "E noi siamo attrezzati fisicamente e mentalmente per vincere". Ma se così non fosse, sarebbe un fallimento? "Sì, se pensiamo di essere una grande squadra". E l'Italia lo è? "Lo è potenzialmente". Gli avversari invece per Trap sono "fantasiosi, dotati di creatività e buona tecnica. Hanno giocatori di classe come Blanco e Borgetti. E sono anche furbi, proprio come i croati". E come vanno affrontati? "Ora come ora non saprei neanche come mettere giù una formazione. Ci sono un paio di situazioni che vanno verificate, quelle di Nesta e Di Biagio. Ci vogliono almeno 48 ore per sapere qualcosa di certo". Le domande lo inseguono, tutti vogliono sapere cosa ci vuole per superare l'ostacolo. Un inglese è tra i più insistenti. Trap replica: "ci vuole quello che ha fatto vedere l'Inghilterra". Ancora il 4-4-2. "No, non intendevo questo: la voglia di mordere l'avversario" e mima l'azione. Che i difensori italiani non hanno avuto, quando Olic e Rapaic hanno preso ad imperversare. "E che tutti quanti, me compreso, riavremo giovedì ad Oita", giura il ct. Prima di commentare i dati di ascolto tv per Italia-Croazia. "Erano 22 milioni davanti ai teleschermi per il secondo tempo? Meglio, così tutti hanno visto cosa è successo...".