VIDEO - L’editoriale di Chiariello: “Il Napoli ha già pagato la Coppa d’Africa, perché non fare la sosta a gennaio?”
Nel corso di ‘Campania Sport’ su Canale 21, il giornalista Umberto Chiariello è intervenuto con il suo consueto editoriale: “Si conclude la parentesi delle nazionali e si torna a parlare del campionato. La Nations League è una competizione nata in un momento e in un modo sbagliato e solo per fare soldi. Il calendario internazionale non è armonizzato con le leghe. Le nazionali hanno diritto di giocare, ma finché ognuno lavora per la propria bottega, come i burocrati della UEFA, troviamo campionati con 20 squadre e qualche competizione internazionale che gioca in concomitanza di questi.
Abbiamo già pagato la Coppa d’Africa in passato, Koulibaly tornò malissimo da questa competizione. E ricordiamo anche che Osimhen tornò infortunato e lungo degente dalle qualificazioni, questo ha pesato molto nel suo primo anno italiano. Adesso si crea il caso molto complicato che per le qualificazioni mondiali e per la Nations League ci si ferma mentre per la Coppa d’Africa no, questa è un’aberrazione. Si dice che questa competizione si può giocare solo a gennaio per il clima, ma spiegatemi perché la sosta del campionato si fa a dicembre e non a gennaio come in passato. Il calcio rischia davvero il default, l’overdose di partite non comporta mai una maggiore visibilità perché l’evento deve essere atteso. La Superlega aveva alla base un concetto importante, come dice Lineker Inghilterra-Andorra non ha senso, ma bisogna ragionare in termini di armonia. Ma per fare ciò c’è bisogno che tutte le componenti si siedano insieme per il bene comune del calcio, ed invece ognuno cura il suo particolare.
Stasera riparto a un dato: è stato denunciato l’animale che ha insultato Koulibaly. Deve essere la prima pietra di sanificazione del calcio, che in questo momento è marcio alle fondamenta e nel modo in cui si vive. Vedo cose inenarrabili: uno schiaffo ad un arbitro ragazzino da parte di un dirigente nei dilettanti. Siamo nel terzo decennio del duemila, se non riusciamo ancora oggi a mettere argine a tutto ciò, non c’è nessuna volontà anche da parte delle istituzioni di far sì che il calcio torni ad essere il centro motore dello sport e dei sogni della gente. Questo non è sport, è solo business for business”.