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Le scarpe trovate nella discarica: la vita stravolta di Osimhen

di Arturo Minervini

(di Arturo Minervini) - Osimhen nel dialetto di alcuni popoli della Nigeria del Sud significa ‘Dio è buono’. Chissà quante volte ci avrà fatto a cazzotti con quel Dio Victor nella sua infanzia. Perde la madre a sei anni, da lei raccoglie in eredità il lavoro che permetteva di mangiare qualche boccone: vendere acqua in bustina ai semafori per racimolare qualche soldo per mangiare un boccone ed aiutare la famiglia Ma Osimhen non perde la fede, come potrebbe uno che si chiama ‘Dio buono’.

Nel pallone vede la grande speranza, ma anche un paio di scarpe da calcio può diventare una montagna da scalare. Eccolo, mentre fruga nella discarica a cielo aperta di Lagos a caccia di due scarpe. Una destra ed una sinistra. Non importa che siano di marche e modelli differenti. La strada non bada a questi dettagli insignificanti. La strada ti divora se non stai attento. Se non sei fortunato. Se da un cumulo di rifiuti non trovi scarpini del tuo numero.

La rincorsa di Victor inizia da lì. Con lo sguardo alto verso un sole rovente ed i primi calci ad un pallone che nemmeno rimbalza. Quel pallone ore è alto nel cielo. È la stella polare che ha segnato la strada del riscatto. Un cammino che ora a Napoli vivrà i passi più importanti. Città che nella sua lingua racconta di aver fatto l’amore con tanti popoli, città che sa amare ed accogliere chi condivide un passato complesso. Forse Napoli era nel destino.

#Osimhen nel dialetto di alcuni popoli della Nigeria del Sud significa ‘Dio è buono’. Chissà quante volte ci avrà fatto a cazzotti con quel Dio Victor nella sua infanzia. Perde la madre a sei anni, da lei raccoglie in eredità il lavoro che permetteva di mangiare qualche boccone: vendere acqua in bustina ai semafori per racimolare qualche soldo per mangiare un boccone ed aiutare la famiglia Ma Osimhen non perde la fede, come potrebbe uno che si chiama ‘Dio buono’. Nel pallone vede la grande speranza, ma anche un paio di scarpe da calcio può diventare una montagna da scalare. Eccolo, mentre fruga nella discarica a cielo aperta di Lagos a caccia di due scarpe. Una destra ed una sinistra. Non importa che siano di marche e modelli differenti. La strada non bada a questi dettagli insignificanti. La strada ti divora se non stai attento. Se non sei fortunato. Se da un cumulo di rifiuti non trovi scarpini del tuo numero. La rincorsa di Victor inizia da lì. Con lo sguardo alto verso un sole rovente ed i primi calci ad un pallone che nemmeno rimbalza. Quel pallone ore è alto nel cielo. È la stella polare che ha segnato la strada del riscatto. Un cammino che ora a Napoli vivrà i passi più importanti. Città che nella sua lingua racconta di aver fatto l’amore con tanti popoli, città che sa amare ed accogliere chi condivide un passato complesso. Forse Napoli era nel destino.

Un post condiviso da Arturo Minervini (@arturo_minervini) in data: 31 Lug 2020 alle ore 7:36 PDT


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