Salernitana, crisi profonda: Arechi terra di conquista. A gennaio un'altra rivoluzione
Si sperava di sfruttare al massimo le due partite casalinghe per scalare posizioni in classifica e per restituire serenità a tutto l'ambiente dopo le polemiche e le proteste delle settimane scorse. Invece la Salernitana cade ancora una volta all'Arechi, per di più in un derby, ed è costretta per davvero a ridimensionare le proprie ambizioni accantonando ogni sogno playoff per concentrarsi unicamente sulla salvezza. Stavolta, però, la società ha percepito il pericolo e ha capito che, senza adeguati rinforzi a gennaio, è assai concreto il rischio doppio salto all'indietro. Già ieri mattina c'era stato un colloquio tra l'amministratore delegato Maurizio Milan e il direttore sportivo Gianluca Petrachi, utile soprattutto a stringersi idealmente la mano dopo il botta e risposta a distanza a mezzo stampa che certo non aveva fatto bene alla squadra e alla tifoseria. Il ds, messo fortemente in discussione un mese fa, ha ottenuto le garanzie auspicate e sta già lavorando con società di A, B e Lega Pro (sondando anche il mercato estero) per individuare i 7-8 tasselli necessari per attuare quella che sarà un'autentica rivoluzione in tutti i reparti. "Siamo pronti a intervenire in maniera concreta e con investimenti importanti. Già prima della fine della partita ho avuto una lunga interlocuzione telefonica con il presidente Iervolino e non ci faremo cogliere impreparati. L'obiettivo di quest'anno è la salvezza, in futuro punteremo a riportare in serie A la Salernitana. Ci rinforzeremo in difesa e in attacco, le lacune sono sotto gli occhi di tutti" il pensiero di Milan nel post gara.
Ci saranno, però, anche tante partenze. Il motivo lo spiega proprio Milan: "Abbiamo puntato su un allenatore che gioca in modo differente rispetto a Martusciello, dobbiamo muoverci in base alle sue idee". E così, quasi certamente, via Dalmonte, Braaf e Kallon che sono esterni offensivi del tutto inadatti al 3-5-2. Gli ultimi due torneranno al Verona: già c'è stato il colloquio tra Sogliano e Petrachi, utile anche a parlare di nuovo del difensore Ghilardi che piace tanto al ds e che potrebbe colmare in parte le lacune di una retroguardia puntualmente perforata e che non riesce a trovare la quadratura del cerchio nemmeno con un sistema di gioco differente. Sarà ceduto anche Maggiore, al pari di Simy tra i più fischiati ieri pomeriggio all'Arechi, mentre sono in corso valutazioni su Velthuis, Tello, Adelaide, Sfait e Hrustic. Stanno deludendo anche Ferrari, Ghiglione, Torregrossa e Wlodarczyk ma difficilmente andranno via da Salerno prima di giugno pur rischiando di perdere posizioni nelle gerarchie di Colantuono. In entrata la Salernitana ha bisogno di un portiere, almeno due difensori, tre centrocampisti, un fantasista e un bomber. Occhi su Lapadula, Merola e Brunori, ma in tutti e tre i casi si parla di operazioni quasi impossibili da portare a termine. Bisogna ricordare, comunque, che Petrachi in estate ha lavorato in condizioni particolarmente complesse e che spesso ha dovuto prendere calciatori o per perfezionare operazioni in uscita (vedi Bonazzoli-Cremonese) o per rientrare nel budget risicato messo a disposizione della proprietà.
C'è poi la questione Arechi a tenere banco, uno stadio che era fortino inespugnabile anche per le big della A e che invece, da un anno e mezzo a questa parte, è terra di conquista al netto dell'incessante sostegno della curva Sud. Sotto questo aspetto va detto che mai, in città e in provincia, si è respirato un clima di tale rassegnazione, disinteresse e freddezza. Ieri, malgrado le iniziative per gli studenti, i mini abbonamenti e prezzi abbordabili, l'impianto di via Allende era praticamente vuoto e il tifo, dopo i primi 15 minuti di sciopero, non è stato trascinante e coinvolgente. Non sono mancati momenti di tensione, con l'esplosione di diversi petardi che costeranno una pesante multa alla società. A fine gara fischi all'indirizzo dei calciatori e dello staff tecnico, la settimana scorsa invece cori contro il presidente Iervolino invitato a "investire, altrimenti passate la mano definitivamente. Salerno è stanca di queste umiliazioni". C'è stato anche il dietrofront dell'ex patron Aniello Aliberti, invitato dalla società tornare allo stadio 19 anni dopo l'ultima apparizione ma costretto a desistere in virtù della dura presa di posizione degli ultras nei suoi confronti. Il suo nome, infatti, è legato alla storica promozione in A del 1998, ma anche alla cancellazione da tutti i campionati professionistici nel 2005 con annesso fallimento ufficializzato nel 2006. Non ci sono, dunque, possibilità di alcun genere di rivederlo al timone del club o all'interno dello staff dirigenziale. E intanto venerdì sera arriverà il Brescia, in uno stadio che farà registrare presenze in linea con quanto accadeva ai tempi della C2.