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Damascelli: "Neres e la tribù dimenticata degli artisti del calcio, Ancelotti lo porterà al Mondiale"

di Arturo Minervini

"David Neres appar­tiene alla tribù dimen­ti­cata e tra­scu­rata degli arti­sti del cal­cio, è cre­sciuto esta­siato da Ronal­di­nho e Messi, ha attra­ver­sato terre olan­desi, Amster­dam, l’Ajax e pure i cieli neri di bombe di Donets, qual­che alle­na­mento con lo Shak­tar di De Zerbi prima di andare a Lisbona e diver­tirsi con il Ben­fica, il luogo ideale, anche per que­stione di lin­gua, dove rina­scere". Così scrive Tony Damascelli nel suo editoriale per Il Giornale sul talento brasiliano.

"Erano tempi non ancora certi, i capelli tinti di viola, la gaffe con l’alle­na­tore della nazio­nale Tita, non rispose alla tele­fo­nata di con­vo­ca­zione non avendo rico­no­sciuto il numero, pen­sando al solito scoc­cia­tore. Napoli è l’approdo sull’isola del tesoro, mamma Maria voleva che non mol­lasse gli studi, Miguel, il padre, aveva intuito di avere in casa una pepita pre­ziosa. Adesso c’è un “ex napo­le­tano” pronto a sfrut­tare il patri­mo­nio, Carlo Ance­lotti lo por­terà al mon­diale. Il cer­chio si chiude". 


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