Cdm - ADL preferì gli ammutinati ad Ancelotti, per molti era un "bollito" col figlio da sistemare
L'ennesima stagione trionfale di Carlo Ancelotti ha rievocato i ricordi dell'esperienza sfortunata a Napoli. Ed anche al trattamento ricevuto dall'attuale tecnico del Real Madrid. Il Corriere del Mezzogiorno parte dall'ammutinamento in cui erano venuti al pettine tutti i nodi che il tecnico aveva prospettato ad ADL. Di seguito alcuni stralci: "Lo spogliatoio era fortemente sarrita e i leader si sentivano intoccabili. Ancelotti, aveva trovato la soluzione: Zlatan Ibrahimovic. L’accordo era fatto, De Laurentiis sembrava molto contento. Ma poi non se la sentì. Meglio tenersi Insigne e Mertens che Ancelotti e Ibra. Due anni dopo, ingoiato l’amaro calice Gattuso, si ricordò delle parole del signor Carlo e diede il via al repulisti che ci fece vincere lo scudetto.
Si era usciti dal triennio di Sarri uomo con cui c’era stata una viscerale identificazione. Molto più complessa l’operazione di riconoscersi in un uomo che aveva vinto tutto. I brutti, sporchi e nemmeno cattivi lo accolsero al grido di “bollito”, “pensionato”. Se uno come Ancelotti decide di allenare il Napoli — pensavano — deve esserci l’inganno. Il che la dice lunga sull’incapacità di considerarsi un luogo realmente appetibile.
Particolarmente interessante il rapporto della piazza col figlio Davide assistente in panchina del papà. Elogiatissimo a Madrid, considerato uno dei segreti, qui aveva le stimmate del raccomandato. «È venuto a sistemare il figlio». Le signore della città bene sintetizzavano: «Si è portato anche il figlio? Ora abbiamo capito, si è sistemato quattro uova in un piatto». Al Corriere della Sera il povero Davide dichiarò: «Lavoro da dieci anni con mio padre e il tema del nepotismo salta fuori quando si perde. Il posto dove me l’hanno fatto pesare di più è stato a Napoli». Ovviamente c’era anche chi Ancelotti lo stimava. La sera dell’ultima partita, un lungo, lunghissimo applauso, accompagnò la sua uscita dal campo".